A prima vista, le 16 pagine del progetto di decisione del Consiglio europeo (con i relativi allegati dello stesso volume) presentati dal Presidente del Consiglio europeo al fine di scongiurare il Brexit (cioè l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea) sembrano confermare le peggiori aspettative degli analisti dell'integrazione europea sul risultato del negoziato con il Primo Ministro britannico. In effetti, a prima vista, Cameron sembra aver ottenuto soddisfazione (parziale o totale secondo i casi) su tutti i quattro temi da lui menzionati nelle sue richieste all'UE dell'11 Novembre 2015.
In realtà, Cameron ha ottenuto - sempre che il testo del progetto di decisione non sia emendato in sede di Consiglio europeo - una soluzione, per l'essenziale, al problema dell'afflusso di migranti nel Regno Unito (poiché il progetto di Donald Tusk prevede l'attivazione di un "meccanismo di salvaguardia" che permetta ad uno Stato dell'UE di bloccare la concessione di benefici sociali ai migranti comunitari fino a quattro anni in situazioni eccezionali). Pertanto - come sottolinea Leonardo Maisano sul Sole 24 Ore - il Regno Unito potrà bloccare 130 mila assegni familiari ed altri benefici sociali concessi dal sistema britannico di welfare a cittadini dell'Unione residenti in Gran Bretagna (ed applicare lo stesso trattamento a futuri migranti).
Questa soluzione implicherà la modifica di tre leggi europee che riguardano la libera circolazione dei cittadini e lavoratori europei (modifica che la Commissione europea si impegna a proporre ed il Consiglio ad adottare, anche se tale modifica richiederebbe anche l'accordo del Parlamento europeo che dispone in tale materia del potere di codecisione legislativa).
Per quanto riguarda le altre richieste di Cameron, le concessioni proposte da Donald Tusk sembrano più formali che sostanziali.
In effetti, il Regno Unito non sarà tenuto a perseguire un'integrazione politica in seno all'Unione europea (come se adesso fosse vincolato a tale impegno visto che ogni modifica dei Trattati al fine di realizzare un'unione politica richiede l'unanimità e che ciascuno Stato può sempre decidere di recedere dall'Unione stessa !). Per quanto riguarda i rapporti tra i paesi dell'Eurozona e quelli che, come il Regno Unito, non dispongono della moneta unica e non hanno l'intenzione di aderirvi, il testo prevede che i paesi non-Euro non saranno tenuti ad applicare normative dell'Eurozona che potrebbero avere conseguenze finanziarie negative per loro e che, inoltre, ogni decisione dell'Eurozona che potrebbe avere un impatto sul mercato unico può essere discussa da tutti i 28 paesi in seno al Consiglio europeo prima dell'applicazione della procedura legislativa ordinaria (che permetterebbe decisioni a maggioranza).
L'effetto di tale procedura potrebbe in teoria ritardare o anche bloccare una decisione dell'Eurozona, ma ovviamente tutto dipenderà dalla volontà politica dei paesi della zona Euro poiché la procedura prevista non prevede un diritto di veto del Regno Unito sulle decisioni dell'Eurozona. Infine, il Regno Unito ha ottenuto una procedura detta "cartellino rosso" che permetterebbe ai Parlamenti nazionali di almeno 16 paesi su 28 (oppure al 55% dei voti attribuiti agli stessi Parlamenti nazionali) di bloccare in un periodo di dodici settimane proposte legislative che non fossero emendate per tener conto delle obiezioni espresse dagli stessi Parlamenti. Tuttavia tale concessione è più teorica che pratica poiché finora i pareri espressi dai Parlamenti nazionali non hanno mai raggiunto il 50% degli organi legislativi nazionali e poiché sarebbe difficile che i governi votassero tale e quale in sede di Consiglio una proposta legislativa contestata da 32 Camere legislative nazionali !
Di conseguenza, le 16 pagine e relativi allegati proposte da Donald Tusk per scongiurare il Brexit introducono nuove procedure e pertanto nuove complicazioni per il processo legislativo europeo senza in realtà modificare sostanzialmente le disposizioni dei Trattati ed il diritto europeo vigente (all'eccezione dei benefici per i migranti europei nel Regno Unito). All'eccezione di quest'ultimo aspetto, si potrebbe quindi concludere ad una vittoria di Pirro per Cameron. Tale conclusione non potrebbe invece applicarsi al futuro del progetto europeo, poiché la forma giuridica scelta da Donald Tusk per introdurre le nuove concessioni al Regno Unito (vale a dire una decisione del Consiglio europeo che entrerebbe in vigore in caso di voto favorevole nel referendum britannico) non consentirà probabilmente di subordinare tali concessioni ad una modifica dei Trattati che rafforzerebbe la governance della zona Euro e quindi l'integrazione politica europea.
Nulla garantisce infatti che il Regno Unito, una volta incassate le concessioni proposte, accetterà nel 2018 una revisione dei Trattati che comporterebbe - come lo prevede il rapporto Verhofstadt al Parlamento europeo - un rafforzamento istituzionale dell'Eurozona e quindi un passo ulteriore verso l'integrazione politica (alla quale il Regno Unito non sarà tenuto).