L’8 gennaio scorso con una piccola delegazione di federalisti europei di Roma e del Lazio(1) abbiamo reso visita al Giardino dei Giusti dell’Umanità in Roma, ospitato dentro villa Doria Pamphilj, in occasione del trentesimo anniversario della morte di Ursula Hirschmann. Uno degli ulivi, piantato nel 2019 alla presenza tra gli altri della Sindaca di Roma, è infatti dedicato alla sua memoria e accompagnato da una targa quadrata in pietra che ne riporta il nome e l’anno di nascita.
In questo luogo, disadorno ma dal grande valore emotivo, considerate le molte personalità rievocate, tra cui Adriano Olivetti, Alexander Langer e Antonio Megalizzi, la cui targa vandalizzata pone con forza la necessità di una ben maggiore cura e valorizzazione ai fini di una piena consapevolezza comune, abbiamo voluto commemorare con una visita in presenza, nonostante le difficoltà legate alla pandemia, Ursula Hirschmann, madre fondatrice del moderno federalismo europeo, che è stata di recente finalmente riconosciuta ufficialmente dall’Unione europea tra le “pioniere del processo d’integrazione europea”(2).
Nei ricordi personali degli intervenuti in questa piccola cerimonia, militanti storici federalisti(3) che l’hanno conosciuta direttamente e apprezzata per carattere, spessore culturale, capacità organizzativa e garbo, la figura di Ursula Hirschmann è stata presentata ben al di là della semplice etichetta di moglie di Eugenio Colorni prima e di Altiero Spinelli, pur rilevando come con quest’ultimo ella avesse instaurato una perfetta simbiosi affettiva ed intellettuale, condividendone e sostenendone tutte le fasi dell’impegno politico. In una lettera4, Spinelli stesso la definisce scherzosamente come il “numero 2” del federalismo, non tanto per rimarcare la complicità propria di un braccio destro a supporto del numero 1 (lo stesso Altiero ed Ernesto Rossi), quanto per sottolineare il ruolo apicale che Ursula ricopriva nell’azione federalista.
Questo anniversario, arricchitosi tra l’altro di due webinar organizzati rispettivamente da Noi Rete Donne e dall’Istituto di studi federalisti “Altiero Spinelli”, ha consentito di approfondire maggiormente la vita e l’impegno politico di Ursula Hirschmann, già ben argomentati nella prima biografia(5) a lei dedicata, di recente pubblicazione.
Nelle testimonianze di studiosi e compagni di lotta politica sono stati richiamati alla memoria alcuni episodi che testimoniano il contributo fondamentale di Ursula all’organizzazione e alla conduzione della battaglia per la federazione europea fin dai suoi inizi: la diffusione del Manifesto di Ventotene, portato fuori dall’isola avventurosamente su cartine di sigaretta e fatto circolare clandestinamente sul continente; la redazione e la stampa del primo numero de “l’Unità Europea” nel maggio 1943; l’organizzazione della riunione fondativa del Movimento Federalista Europeo a Milano presso la casa di Mario Alberto Rollier del 27 e 28 agosto dello stesso anno; l’apporto nella costruzione di una dimensione europea della proposta politica federalista attraverso una rete di contatti con i movimenti della Resistenza europea e per l’organizzazione della Conferenza di Parigi (22-25 marzo 1945).
Negli anni che seguirono, è stato messo in rilievo il suo ruolo di dirigente politico del Movimento Federalista Europeo, al fianco di Altiero Spinelli, che ha poi seguito a Bruxelles quando egli divenne prima Commissario europeo ed in seguito Parlamentare europeo. Particolarmente approfondito in queste iniziative di ricordo è stato l’interesse che Ursula ha maturato nella capitale europea per il tema della condizione delle donne, considerato la chiave di un’articolazione autonoma del suo impegno federalista, che si concretizzò nel suo lavoro per la costruzione del movimento “Femmes pour l’Europe”, a metà anni Settanta.
Nonostante la malattia che la colpì proprio in quegli anni e la morte di Spinelli nel 1986, il ricordo di una Ursula ancora presente e attiva è rimasto vivo nelle testimonianze di chi l’ha incontrata in quegli anni, ricordandone la partecipazione alla fondazione dell’Istituto di studi federalisti “Altiero Spinelli” nel luglio 1987 e il ruolo di Presidente della sezione di Roma del Movimento Federalista Europeo, di cui è stata tra i fondatori nel dicembre 1945, che ricoprì negli ultimi anni di vita. La sua premura verso la sezione è ad esempio ricordata da Umberto Serafini6, che nutriva quasi un senso di riverenza nei suoi confronti, e da altri militanti federalisti dell’epoca.
Il trentesimo anniversario della morte di Ursula si situa a conclusione di uno degli anni più difficili mai vissuti come comunità mondiale, a causa di una pandemia ancora non sconfitta, e dopo un esordio del nuovo anno nel segno di un attentato al cuore delle istituzioni democratiche americane con l’assalto al Congresso, fomentato in qualche modo dal Presidente USA ancora in carica. In questo contesto politico e sociale, Ursula Hirschmann rappresenta ancora oggi un esempio a cui guardare per l’attualità delle sue idee e delle sue battaglie. La stella polare del suo impegno politico, dettato dalla sua personale esperienza di vita come “europea errante”, può dirsi essere stata la lotta contro ogni forma di nazionalismo, e di violenza da esso risultante, a cui contrapporre invece il perseguimento di un progetto di pace attraverso la realizzazione di un’Europa unita in senso federale, in cui finalmente una déracinée o senzapatria, come lei si percepiva, (e sempre più europei sia pur per motivi diversi oggi possono sentirsi come tali a seguito della globalizzazione e di una concezione identitaria ormai multilivello) avrebbe trovato piena identificazione. La battaglia per il miglioramento della condizione delle donne e la necessità di collocare tale battaglia sul piano sovrannazionale è un ulteriore intuizione anticipatoria nella visione politica di Ursula che inizia a manifestarsi nelle espressioni di mobilitazione paneuropea e internazionale dei movimenti per i diritti delle donne di questi ultimi anni.
Nel corso del 2021, in cui ricorre l’anniversario degli ottant’anni del Manifesto di Ventotene, torneremo a ricordare Ursula Hirschmann. Come in occasione di questo anniversario trentennale, sarà anche quello un momento di ringraziamento e di rinnovo dell’impegno a continuare la battaglia per la federazione europea che lei e molte altre federaliste e federalisti ci hanno lasciato in eredità. Siamo però consapevoli che il miglior omaggio da offrirle quest’anno, oltre alla giusta e doverosa celebrazione di una ricorrenza, sarebbe quello di vedere finalmente avviato un processo costituente, trasparente e partecipato, finalizzato a disegnare il futuro dell’Europa in senso federale, dando così concreta realizzazione all’impegno di una vita di Ursula, Altiero e di molti altri federalisti europei, e per questo obiettivo ci batteremo come organizzazioni federaliste.
1) Anwar Abdallat, Paolo Acunzo (Vicepresidente MFE), Antonio Argenziano (Segretario GFE), Maria Teresa Di Bella, Francesco Gui (Presidente MFE Lazio), Cesare Merlini, Luciana Rastrelli, Stefano Silvestri e Andrea Trenta. L’Ambasciatore Antonio Armellini ha partecipato intervenendo telefonicamente
3) Francesco Gui, è stato Segretario MFE Roma tra fine anni ’80 e inizio anni ’90; Maria Teresa Di Bella Ruta, è stata Presidente MFE Roma negli anni 2000, nonché moglie di Gianni Ruta, storico dirigente della sezione di Roma; Cesare Merlini, la moglie Luciana Rastrelli e Stefano Silvestri, sono stati dirigenti dell’Istituto Affari Internazionali e hanno collaborato con Altiero Spinelli, fondatore dell’Istituto; l’ambasciatore Antonio Armellini, è stato portavoce di Altiero Spinelli alla Commissione europea.
4) E. Paolini, Altiero Spinelli. Dalla lotta antifascista alla battaglia per la Federazione Europea, 1920-1948: documenti e testimonianze, Bologna, Il Mulino, 1996, pp 269-270
5) S. Boccanfuso, Ursula Hirschmann. Una donna per l’Europa, Ultima Spiaggia, Genova-Ventotene, luglio 2019
6) “[…] Mi ordinò, con la sua consueta naturalezza, di occuparmi della Sezione di Roma del Movimento federalista: io ero pieno di impegni, proprio federalisti, nazionali ed europei, ma chinai la testa. Era così persuasiva...” citazione dall’editoriale di Umberto Serafini scritto per la morte di Ursula Hirschmann, pubblicato su Comuni d’Europa, anno XXXIX – n.1, gennaio 1991, p.16