* di Rocco Cangelosi
Relegato a Ventotene, mentre la guerra era ancora in pieno svolgimento, isolato perfino dai compagni di detenzione per aver abbandonato il partito comunista, Altiero Spinelli rifletteva sull'Europa verso la catastrofe mettendo sotto accusa il concetto stesso di Stato Nazionale,colpevole di basare la sua azione sui principi della sovranità assoluta,incurante dei diritti dell'uomo e del cittadino. Sul feticcio della sovranità' in effetti i movimenti politici degli anni venti avevano edificato in molti paesi europei lo Stato totalitario. Spinelli ritiene quindi che vada profondamente ripensato lo Stato nazionale,occorre superare la sovranità nei rapporti internazionali e proporre la nascita di un partito transnazionale che conduca una rivoluzione federale,unica panacea per salvare l'Europa da ulteriori catastrofi. Alla concezione marxista del partito rivoluzionario, un mito nel quale Spinelli crede per la sua formazione,si sostituirà quella di un movimento popolare transnazionale inteso a orientare governi e opinione pubblica verso una costituente europea. Spinelli vedrà il fallimento dei primi due tentativi federalisti nel 1954, con la caduta della CED e nel 1985 del progetto di Trattato da lui proposto,risoltosi nella prima grande riforma dell'Atto Unico.
Non vivrà abbastanza per vedere anche il terzo fallimento, quello del Trattato Costituzionale nel 2005,ma neanche in questo caso sarebbe stato scoraggiato perché, come sosteneva, "il valore di un'idea,prima ancora che dal successo finale e' dimostrata dalla sua capacità di risorgere dalle proprie sconfitte."
Quando Spinelli lascia il confino nel 1943 ripropone il suo manifesto per un ' Europa libera e unita redatto nel 1941, quando in Europa erano rimaste solo quattro democrazie,Gran Bretagna,Svezia, Irlanda, Svizzera. Consapevole che l'Europa deve rinascere dalla sconfitta, non solo quella militare del 1945, ma anche quella morale, la sconfitta della democrazia, del parlamentarismo,della libertà, dal pluralismo, Spinelli ritiene che si debba volare alto e superare i nazionalismi con il federalismo. Esile speranza per il futuro poiché i destini della pace non sono più in mano europee, e solo agendo nel quadro federalista sarà possibile per l'Europa riconquistare il suo ruolo nel mondo.
Ma la nobile idea federalista verrà sopraffatta dalla riaffermazione prepotente dei partiti nazionali chiamati ad agire nel sistema rigido della guerra fredda.
Il modello funzionale aprirà la strade ad una integrazione graduale che farà crescere l'Europa e Spinelli non mancherà di cogliere le opportunità che si presenteranno mano a mano nel faticoso percorso che dai trattati di Roma porterà all'Atto Unico grazie al suo progetto di Trattato. Il drammatico appello lanciato da Spinelli nel 1941 riveste un'attualità pregnante ai giorni nostri. L'Europa non è più in guerra , ma la guerra e' ai suoi confini, il terrorismo colpisce le sue città ,la spinta migratoria mette a repentaglio uno delle maggiori acquisizioni della costruzione comunitaria il trattato di Shengen, risorgono muri e barriere dappertutto, la crisi economica alimenta gli egoismi nazionali e la disoccupazione getta nella disperazione un'intera generazione di giovani.
Spinelli non si sarebbe arreso di fronte a quanto sta accadendo e con caparbietà avrebbe operato per cogliere tutte le opportunità per rilanciare il processo di integrazione europeo partendo proprio
dalle sue maggiori criticità.L’Italia sarà chiamata a svolgere un ruolo centrale durante il 2017, un anno carico di avvenimenti che possono segnare una svolta decisiva a livello europeo ed internazionale.
Il 25 marzo 2017 ricorreranno sessanta anni dalla firma dei Trattati della CEE e della CEEA avvenuta in Campidoglio il 25 marzo 1957 e questa ricorrenza sarà preceduta dalla presentazione
della Comunicazione sul completamento dell’UEM da parte della Commissione europea come follow up del “Rapporto dei 5 Presidenti”.
Nel 2017 sarà anche ricordato il trentennale del programma Erasmus. Sempre a livello europeo sarà avviato il negoziato per l’integrazione del Patto di Stabilità e di Bilancio (Fiscal Compact) nei trattati entro il 1° gennaio 2018 e dovranno essere inserite nelle prospettive finanziarie pluriennali 2014-2020 le conseguenze dell’eventuale accordo fra Consiglio e Parlamento nell’ambito della mid-term review.
Sulla base dei risultati del referendum britannico del 23 giugno dovrà essere avviato un negoziato per la revisione dei trattati sia in caso di una maggioranza di sì che di una maggioranza di no.
Il Parlamento europeo discuterà e voterà il rapporto Verhofstadt sul futuro dell’Unione dopo quello Bresso-Brok sulle potenzialità del Trattato.
Il 2017, infine, sarà un anno europeo elettorale di straordinaria importanza per le elezioni presidenziali e legislative francesi in primavera e federali in Germania il 17 e 24 settembre. Si voterà inoltre per il rinnovo del parlamento nella Repubblica Ceca. Il governo italiano assumerà dal 1° gennaio 2017 la presidenza del G7 (mentre la Germania assumerà la presidenza del G20) e ospiterà il quarto Vertice dei Balcani Occidentali (=processo di Berlino) dopo quelli di Berlino (2014), Vienna (2015) e Parigi (2016).
In questo contesto appare essenziale che il Governo italiano si faccia promotore di una forte iniziativa politica mirante a riequilibrare i rapporti nell'Eurozona e rilanciare il processo di integrazione sulla base di un programma rafforzato di crescita e investimenti. Alcuni passi sono stati già compiuti .Il governo ha presentato un documento equilibrato sulla governance ,che ha suscitato interesse e approvazione a Bruxelles.Sul piano politico la riunione dei paesi fondatori che ha avuto luogo a Roma nel febbraio scorso sembra suscettibile di interessanti sviluppi negli ulteriori incontri che i 6 hanno deciso di proseguire.
I partiti socialisti riunitisi a Parigi hanno lanciato un forte appello per politiche di crescita basate su una politica fiscale espansiva e condannando le politiche di austerità dimostratesi fatali per l'economia europea.
Le forti iniezioni di liquidità da parte della BCE ,su iniziativa del suo presidente Draghi, con il terzo QE e un programma rafforzato di LTRO non sembrano sufficienti a dare fiato alla ripresa e ai consumi e a determinare un rialzo del livello di inflazione. Per i paesi indebitati come l'Italia il debito pubblico diventa sempre più pericoloso e ingovernabili e l'applicazione del fiscal compact insostenibile.Se il Debito non diminuisce occorre pertanto agire sul denominatore, sollecitando l'aumento del PIL con politiche fiscali espansive, che consentano una spesa per investimenti produttivi al di la' dei limiti posti dai criteri imposti dal fiscal compact.
Parallelamente alla crisi economica l'Europa deve affrontare la sfida epocale dei rifugiati e dei migranti che premono alle sue frontiere. Anche per questo aspetto i principi spinelliani di un federalismo realista potranno venire in soccorso alle classi politiche europee. Il problema migratorio deve essere condiviso. Si devono creare istituzioni federali in grado di gestirlo, mettendo in comune strumenti e risorse ,che consentano il controllo ordinato delle frontiere esterne dell'Unione,senza mettere a repentaglio la libera circolazione interna e nello stesso tempo si perseguano politiche miranti a stabilizzare politicamente e economicamente le aree più a rischio di esodi incontrollati di popolazioni. Il migration compact proposto dal governo italiano e' un passo nella buona direzione.
Ma al di la' delle singole iniziative che potranno essere adottate nei vari settori occorre una proposta politica globale,che rilanci il processo di integrazione.
E come trent'anni fa il Parlamento europeo dovrà trovare il suo Spinelli per ridare forza e speranza all'idea di Europa mettendo sul tavolo un nuovo patto federale che spazzi via i nazionalismi di nuovo nascenti e riconquisti la fiducia dei suoi cittadini.