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Europa in Movimento

| Verso un'Europa federale e solidale

Una parte del Documento di Economia e Finanza (DEF) 2020, approvato dal parlamento italiano, nella sessione in cui si chiedeva un nuovo spostamento di bilancio da parte del Governo, due interventi sono dedicati alle iniziative dell’Unione Europea per fronteggiare l’emergenza sanitaria COVID-19.

Davanti all’ingente ricorso alla leva fiscale per contrastare la crisi da parte dei singoli Stati membri, le autorità europee, dopo una prima fase interlocutoria, hanno dichiarato il loro impegno e la forte determinazione a fare tutto il necessario per affrontare l’emergenza, ristabilire la fiducia e sostenere la ripresa.

Vediamo nella sintesi proposta quali sono le misure, come ricapitolate nel Focus dedicato (pag. 25 DEF2020).

Aiuti sanitari. Lo Strumento di Sostegno all’Emergenza (ESI) si avvarrà di 2,7 miliardi del bilancio UE 2020; 300 milioni saranno destinati al meccanismo di protezione civile europea, RescEU, per una riserva comune di attrezzature mediche. Ciò per consentire alla Commissione Europea (CE) di: a) provvedere direttamente all'acquisto o all'approvvigionamento di mezzi di sostegno all’emergenza sanitaria per conto degli Stati membri (SM) e alla distribuzione di forniture mediche ̧b) assistere finanziariamente e coordinare azioni quali trasporto di apparecchiature mediche e pazienti nelle regioni transfrontaliere; sostenere l'allestimento di ospedali da campo.

Coronavirus Response Investment Initiative (CRII). Iniziativa a supporto del sistema sanitario e della liquidità alle PMI, con particolare riferimento ai settori più colpiti quali trasporti, turismo e commercio, prevede l’eleggibilità di tutte le spese contro l'epidemia effettuate dal 1° febbraio 2020 al finanziamento dei fondi strutturali. Le risorse destinate allo strumento provengono dai fondi delle politiche di coesione. La CE rinuncia al rimborso di circa 8 miliardi, di cui 800 milioni per l’Italia, di quote non spese da utilizzare per integrare 29 miliardi di finanziamenti strutturali. Il regolamento CRII prevede la possibilità a valere sul FESR di finanziare anche il capitale circolante nelle PMI come misura temporanea di risposta alla crisi sanitaria (investimenti in prodotti e servizi).
Flessibilità nell’utilizzo dei fondi strutturali (CRII+). Possibilità di trasferire risorse tra i tre fondi della politica di coesione e tra le diverse categorie di regioni, nonché di sospendere temporaneamente la regola della concentrazione tematica. Per il periodo 2020-2021 l’UE può cofinanziare al 100% i programmi di coesione per le misure connesse alla crisi.
Liquidità alle imprese. la Comunicazione della CE del 13 marzo prevede che 1 miliardo venga riorientato dal bilancio europeo a garanzia del Fondo europeo per gli investimenti (FEI), allo scopo di incentivare le banche ad offrire accesso a finanziamenti ponte a microimprese, PMI e piccole imprese a media capitalizzazione, per un ammontare di risorse pari a circa 8 miliardi.
Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD). È dedicato a sostenere le attività di volontariato e potrà essere utilizzato per fornire aiuti alimentari e assistenza materiale di base anche tramite voucher elettronici.
Flessibilità nell’applicazione delle regole del Patto di Stabilità e Crescita. Su proposta della CE, il 23 marzo l’ECOFIN ha autorizzato gli Stati Membri a ricorrere a maggiore flessibilità di bilancio mediante il ricorso alla general escape clause (GEC) del Patto di Stabilità e Crescita (PSC). Il ricorso alla flessibilità prevista dal braccio preventivo e dal braccio correttivo del PSC consente agli Stati Membri di deviare temporaneamente dal percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di medio termine e a quelli in disavanzo eccesivo di rivedere il percorso di rientro del rapporto deficit/PIL al di sotto della soglia del 3 per cento. Gli interventi di stimolo fiscale di natura temporanea a sostegno dei sistemi sanitari ed economici saranno dunque contabilizzati ai fini della flessibilità garantita dall’attivazione a livello europeo della GEC.
Flessibilità nella disciplina per gli aiuti di stato. Le norme comunitarie in materia di aiuti di Stato consentiranno eccezionalmente ai Paesi membri di agire in modo rapido ed efficace per sostenere i cittadini e le imprese, in particolare le PMI che incontrano difficoltà economiche a causa dell'epidemia di COVID-19. L'impatto della crisi è ritenuto infatti di natura e portata tale da consentire il ricorso all'articolo 107, paragrafo 3, lettera b), del TFUE (compatibilità con il mercato interno degli aiuti per un importante progetto di comune interesse europeo o per un grave turbamento dell'economia di uno Stato, nonché degli aiuti alle imprese per danni arrecati da eventi eccezionali). Il 22 marzo la CE ha approvato per l’Italia aiuti pari a 50 milioni di euro per sostenere la produzione e la fornitura di dispositivi medici e di protezione individuale.
Aiuto all’agricoltura e alla pesca. Su richiesta delle autorità italiane, la Commissione europea ha prorogato di un mese il termine per la presentazione delle domande degli agricoltori che hanno diritto a un sostegno al reddito nel quadro della politica agricola comune (PAC). Al contempo, l'utilizzo dei fondi per l’agricoltura e la pesca è reso più flessibile per i casi di sospensione o riduzione temporanea delle attività e della produzione.
Il Fondo di solidarietà dell'Unione europea (FSUE). Nato per rispondere alle grandi calamità naturali, ne è stato esteso l'ambito di applicazione per comprendere le principali emergenze in materia di salute pubblica (costi sanitari), per 800 milioni sul 2020.
Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione. Il Fondo, che offre supporto per la perdita di posti di lavoro a seguito di importanti mutamenti del commercio legati alla globalizzazione, può essere mobilitato per sostenere i lavoratori licenziati e gli autonomi nell’attuale contesto pandemico.
Risorse a sostegno della ricerca. Al 31 marzo risultano finanziati 18 progetti di ricerca, diagnosi, trattamenti focalizzati sul coronavirus che coinvolgono diversi gruppi di ricerca in Europa, con uno stanziamento pari a 48,5 milioni proveniente dal fondo Horizon 2020, il programma europeo di ricerca e sviluppo. Inoltre, sono state attivate risorse pubbliche e private pari a 90 milioni destinate all’iniziativa di innovazione medica (IMI) con l’industria farmaceutica e fino a 80 milioni per lo sviluppo e produzione di un vaccino.
SURE (Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency). La CE il 2 aprile 2020 ha proposto l’istituzione di uno strumento di mitigazione del rischio di disoccupazione, denominato SURE. Attraverso l’emissione di obbligazioni comunitarie, SURE consentirà di erogare prestiti a condizioni favorevoli, per un ammontare complessivo di circa 100 mld, agli Stati membri che, a causa della pandemia, necessitino di finanziare i maggiori oneri connessi all’istituzione e o all'estensione di regimi di riduzione dell'orario lavorativo per i dipendenti, nonché di misure analoghe per i lavoratori autonomi. L’emissione sarà supportata da garanzie fornite dagli Stati membri in rapporto al loro peso sul PIL dell’Unione, per un ammontare complessivo di garanzie pari a 25 miliardi di euro.
Iniziative della Banca Europea degli Investimenti (BEI). Il Gruppo BEI ha avanzato un programma di sostegno all’economia reale per sbloccare fino a 40 miliardi di finanziamenti alle PMI e mid-caps sotto forma di concessioni di scoperto in c/c, linee di credito, prestiti ponte e prestiti alle imprese per esigenze operative. È previsto, inoltre che siano resi disponibili ulteriori 5 miliardi di finanziamenti per investimenti nel settore sanitario, infrastrutture di emergenza e sviluppo di trattamenti e vaccini. Inoltre, è stata approvata la creazione di un fondo di garanzia europeo COVID-19 da 25 miliardi per potenziare il sostegno alle imprese europee fino a raggiungere 200 miliardi, con focus sulle PMI. Il fondo di garanzia sarà istituito utilizzando la Piattaforma di partenariato per i fondi (PPF), attivo nel momento i cui un gruppo di Stati membri che rappresentino almeno il 60% del capitale della BEI avrà assunto i necessari impegni in termini di garanzie.

Autore
Mario Leone
Author: Mario Leone
Bio
Mario Leone, laureato in Giurisprudenza presso l’Università Sapienza di Roma, con una tesi in Scienza delle finanze ("Unione monetaria europea e sistema federale"), ha conseguito un master in “Giurista di impresa” presso l’Università Roma Tre e un master in “Diritto tributario professionale” presso l’Università Roma Tor Vergata. Attualmente è funzionario della Direzione centrale servizi fiscali dell’Agenzia delle Entrate. E’ entrato nella formazione giovanile (GFE) del Movimento federalista europeo (MFE) nel 1991 e nel Comitato centrale del Movimento nel 1995, è attualmente membro del Comitato federale del MFE. E' stato segretario del centro regionale del Lazio del MFE (2014-2020). E' Direttore dell'Istituto di studi federalisti "Altiero Spinelli". Ha realizzato con l’Associazione europea degli insegnanti (AEDE), l’AICCRE (Associazione italiana del consiglio dei comuni delle regioni d'Europa) e la Provincia di Latina, programmi di formazione sulle tematiche europee, è relatore sulla storia e il processo di integrazione europea in programmi di formazione scolastica. L’AEDE provinciale di Latina nel 2010 gli ha attribuito l’annuale Premio Europa per l’impegno profuso per la diffusione dell’ideale europeista. Ha collaborato con la rivista “Il Dibattito federalista” edito dalla Edif e con “Il Settimanale di Latina” sulle tematiche europee. Collabora con il bimestrale "L'Unità Europea", con Iniziativa repubblicana e con Eurobull. Ha pubblicato nel 2017 il volume "La mia solitaria fierezza" (editore Atlantide) e nel 2019 il X Quaderno di Ventotene "Dal Manifesto di Ventotene all'azione federalista nella Resistenza".
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