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Tavolo della trattativa sul mantenimento della Gran Bretagna nell'Unione Europea

L'accordo intervenuto il 19 Febbraio scorso in seno al Consiglio europeo al fine di evitare l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea deve essere considerato come una "foglia di fico" per permettere a Cameron di fare campagna contro il Brexit oppure rappresenta un regresso del progetto europeo? Gli analisti del processo di integrazione europea hanno interpretato l'accordo in modo diverso, a seconda delle loro preferenze per l'uscita o meno del Regno Unito dall'Unione europea.

Naturalmente i negoziatori dell'accordo hanno ritenuto soddisfacenti le conclusioni del Consiglio europeo e hanno messo l'accento sulle prospettive favorevoli aperte da tali conclusioni, quali la possibilità per i paesi dell'Eurozona di progredire sulla strada dell'integrazione senza essere bloccati da un paese che dispone ormai di uno status speciale e che non può impedire tali progressi. Altri hanno messo l'accento sulle concessioni accordate al Regno Unito a detrimento del diritto europeo esistente e sul rischio che tali concessioni possano costituire un precedente che altri paesi potrebbero invocare in seguito. Un'analisi oggettiva dovrebbe condurre alla conclusione che solo la Francia (se andasse al potere Marine Le Pen nel 2017) potrebbe utilizzare tale precedente poiché piccoli paesi come la Danimarca o l'Ungheria non avrebbero la stessa forza negoziale del Regno Unito per ottenere simili concessioni dato che una loro eventuale uscita dall'Unione europea non sarebbe considerata alla stessa stregua di quella britannica. Un'analisi oggettiva delle conclusioni del Consiglio europeo (che ha apportato solo alcuni ritocchi al testo del progetto presentato il 2 Febbraio da Donald Tusk) dovrebbe far apparire quanto segue :

1) Il Regno Unito ha ottenuto un accordo di diritto internazionale, accompagnato da una decisione futura del Consiglio dell'UE e da dichiarazioni della Commissione, che diventerà giuridicamente vincolante se il referendum darà un esito favorevole al mantenimento del Regno Unito nell'UE. Tuttavia le disposizioni dell'accordo che modificano il diritto europeo vigente (in particolare l'esonero dalla clausola dell'unione sempre più stretta e la procedura di consultazione per le misure dell'Eurozona che avranno un impatto sul mercato interno) faranno parte del diritto dell'Unione europea solo al momento della prossima revisione dei Trattati (il che obbligherà il Regno Unito a ratificare il prossimo Trattato nel 2018/2019 se vuole garantirsi tale modifica del diritto europeo).

2) il Regno Unito sarà quindi esonerato dal partecipare alle conseguenze finanziarie delle decisioni dell'Eurozona e potrà adire il Consiglio europeo se ritenesse che tali misure potrebbero penalizzare i suoi interessi nel mercato interno. Questo "freno di emergenza" potrebbe ritardare le decisioni dell'Eurozona. Tuttavia, le conclusioni hanno precisato nel dispositivo della decisione che il Regno Unito non potrà ostacolare i progressi dell'Eurozona né mettere un veto sulle misure dell'Eurozona;

3) il Regno Unito sarà esonerato dal perseguire l'integrazione politica iscritta nel Trattato ma il testo della decisione dei Capi di Stato non contiene più una nuova interpretazione della clausola dell'unione sempre più stretta (che rimane sinonimo di una maggiore integrazione politica); l'esonero riguarda solo il Regno Unito e non altri paesi.

4) il Regno Unito ottiene che il 55% dei Parlamenti nazionali potrà bloccare una legge europea in mancanza delle modifiche richieste dagli stessi Parlamenti. Tuttavia questa clausola sarà di difficile applicazione poiché il Parlamento britannico dovrebbe ottenere l'accordo di altre 30 Camere nazionali nello spazio di dodici settimane per bloccare una legge europea.

5) Infine, il Regno Unito ha ottenuto di poter restringere l'attribuzione ai nuovi lavoratori migranti dell'UE che si recassero in Gran Bretagna dei benefici sociali del welfare britannico per i prossimi sette anni. Tale concessione implicherà la modifica di tre leggi europee sulla libera circolazione dei lavoratori che la Commissione europea si è impegnata a proporre (e che il Parlamento europeo dovrà approvare). Tuttavia, il governo britannico - che finora non ha fornito dati statistici probanti sull'impatto di tali benefici sul sistema britannico di sicurezza sociale - dovrà dimostrare l'esistenza di abusi (matrimoni di convenienza; invio degli assegni familiari ai figli residenti altrove) e di oneri eccessivi per le finanze britanniche per evitare che tali modifiche del diritto europeo siano sanzionate dalla Corte europea di giustizia su ricorso, per esempio, di un idraulico polacco.

6) A fronte delle concessioni ottenute dal governo britannico, occorre valutare anche le ripercussioni future dello status speciale riconosciuto alla Gran Bretagna (quella che Gian Battista Vico chiamava l'eterogeneità dei fini). Se in futuro il Regno Unito volesse bloccare nuove revisioni dei Trattati volte a rafforzare l'Eurozona ed a progredire sulla strada dell'integrazione politica, i paesi della zona Euro sarebbero legittimati a prendere misure unilaterali al fine di realizzare tali progressi.

In conclusione, vantaggi e svantaggi per il progetto europeo dell'accordo raggiunto sembrano largamente equivalenti

Autore
Paolo Ponzano
Author: Paolo Ponzano
Bio
Paolo Ponzano is a senior fellow at the RSCAS and has been for many years a special adviser of the European Commission. Former collaborator of Altiero Spinelli at the Institute for International Affairs in Rome, he has worked for the European Commission from 1971 to 2009.  He was formerly Director for Relations with the Council of Ministers, subsequently for Institutional Matters and Better Regulation. He was also Alternate Member of the European Convention in 2002/03. He has published around 50 articles in several European journals, such as the Revue du Droit de l’UE, Il Diritto dell'Unione europea and the Review of European Affairs as well as a chapter on the ‘Institutions of the EU’ in Genesis and Destiny of the European Constitution (Bruylant, 2007) and a chapter on the European Parliament’s powers in the book 50 years of European Parliament (1958-2008). Paolo Ponzano is also Teacher of European Governance and decision-making as well as of European Social Policy at the European College of Parma.
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