di Salvatore Sinagra*
Il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan ha affermato che il governo italiano sosterrà la proposta di un meccanismo di assicurazione contro la disoccupazione nell’area euro. Questo riporta James Politi in un articolo pubblicato sul Financial Times (1).
Esistono vari motivi per supportare la proposta di Padoan. Sul piano economico l’intervento si configurerebbe come uno stabilizzatore e renderebbe l’euro un po’ più simile alle altre grandi valute, sul piano politico renderebbe l’euro e l’Unione più popolari.
Già negli anni settanta l’economista, politico e commissario europeo Robert Marjolin sosteneva la necessità di una lotta comune per il lavoro degli Stati europei; affermava che vi erano rischi come la disoccupazione, l’alta inflazione e la sicurezza che gli Stati europei dovevano affrontare insieme. Quarant’anni dopo il ministro dell’economia italiana parla di nuovo della necessità degli Stati europei di prepararsi insieme a rischi troppo grandi per le piccole patrie europee. Dal pezzo scritto da Politi sembra Padoan pensi che per gli Stati della vecchia Europa ci siano crisi economiche e terremoti finanziari all’orizzonte.
Il rischio è che tale schema sia fortemente contestato dalla politica e dall’opinione pubblica nei paesi con bassa disoccupazione come la Germania. I più duri affermerebbero la loro non disponibilità a pagare sussidi di disoccupazione ai mediterranei che non hanno fatto sacrifici come quelli imposti da Agenda 2010 di Gerhard Schröder, i più concilianti fingerebbero di essere in linea di principio favorevoli ma direbbero che l’introduzione di tale schema sarebbe prematuro, perché allenterebbe gli incentivi alle riforme. Nella sostanza non ci sarebbe alcuna differenza tra falchi e colombe.
Qualche ultraliberista potrebbe avere la tentazione di affermare che la proposta di un sussidio di disoccupazione europeo è un vero e proprio paradosso. Dopo anni passati a chiedere tagli agli Stati ora qualcuno dice che bisogna spendere di più per i disoccupati. Eppure un liberista doc come Zingales sostiene senza indugio l’assicurazione europea contro la disoccupazione e lo fa citando la teoria delle aree valutarie ottimali: diversi paesi posso condividere una valuta se hanno economie simili, se hanno una forza lavoro flessibile, sia in termini di salari che di disponibilità a spostarsi e se vi sono massicci trasferimenti fiscali; le prime due condizioni nell’area euro non sono verificate, la terza può essere soddisfatta con interventi diversi, ma l’economista veneto aggiunge che il sussidio di disoccupazione europeo è quello più adatto alla situazione dell’eurozona, dove occorre tenere in piedi una valuta preservando gli Stati membri da shock asimmetrici e riguadagnando la fiducia dei cittadini (2). In sostanza l’assicurazione europea contro la disoccupazione eviterebbe un collasso dell’euro, come profetizza Wolfgang Münchau, causato non dai mercati ma dalla rabbia dell’opinione pubblica (3).
Un intervento europeo contro la disoccupazione non farebbe scivolare l’intera UE nella morsa del debito. Negli Stati Uniti lontano dalle crisi acute il governo federale paga meno di un decimo del costo complessivo degli ammortizzatori sociali.
Esistono diverse proposte di schema europeo contro la disoccupazione e soprattutto esiste l’esempio degli Stati Uniti, ove gli Stati hanno il compito di finanziare i sussidi; ma quando nel singolo Stato la disoccupazione supera la soglia del 5% scatta un programma ordinario cofinanziato al 50% dalla federazione che garantisce un allungamento di diverse settimane del periodo di disoccupazione coperto da indennità ed in casi di crisi acuta il congresso può deliberare un programma straordinario rivolto a tutti gli Stati e finanziato dalla federazione.. L’ultimo programma di questo tipo è stato in vigore dal 2008 alla fine del 2014.
Domenico Moro, docente universitario di discipline dell’Unione Europea e membro della Direzione Nazionale del Movimento Federalista Europeo afferma che l’intervento della Commissione Europea dovrebbe essere straordinario; visto che il welfare europeo è più generoso di quello americano, e potrebbe scattare quando in un singolo Stato la disoccupazione supera il 10%. In questo modo per finanziare il sistema potrebbero bastare 10 miliardi l’anno (4).
Un simile meccanismo non si tradurrebbe necessariamente in un trasferimento permanente da nord a sud, anzi alcuni analisti sottolineano che se fosse stato in vigore dagli anni di Maastricht la Germania negli anni novanta ne avrebbe beneficiato più di ogni altro Stato.
Anche se già in passato Poletti aveva dichiarato l’intenzione del governo italiano di lavorare ad un sistema di sussidi europeo (5), la proposta di Padoan è una bella sorpresa, quasi un fulmine a ciel sereno in un dibattito abbastanza vuoto, quello dello scambio di non meglio precisate riforme per un paio di decimali di deficit, che riesce ad esser lontano sia dalla teoria economica che dal consenso di chi non è un esperto di economia. Peccato che la sinistra europea, almeno quella francese e dei paesi mediterranei non abbia in questi anni cercato di scardinare il muro dell’austerità con la proposta pragmatica del sussidio europeo. Peccato che tale tema non sia stato discusso quando è stato votato lo striminzito bilancio 2014-2020 della Commissione Europea, perché in fin dei conti bastava chiedere una decina di miliardi l’anno per i disoccupati d’Europa. Ma forse non tutto è perduto, perché dopo tanti anni di austerità, anche alla luce della vicenda Volkswagen e Deutsche Bank, magari anche a Berlino possono avere un po’ di voglia di mettersi insieme agli altri europei per fronteggiare qualche rischio.
Approfondimenti:
1) J. POLITI, Italy poshes for eurozone jobless insurance scheme. Financial Times, 5 Ottobre 2015. http://www.ft.com/intl/cms/s/0/f96fa2e8-6b63-11e5-8171-ba1968cf791a.html#axzz3oN67ozOk
2) L. ZINGALES, Che c’entra un’assicurazione contro la disoccupazione con la sostenibilità dell’euro? Europa Si o No, 3/07/2014
3) W. MUNCHAU, The euro is in greater peril today than at the height of the crisis, Financial Times, 9 Novembre 2014
4) D. MORO. Un Fondo Europeo di Solidarietà per promuovere un Social Security Act europeo e un programma di investimenti con Imprese Comuni Europee. 6 Dicembre 2014
5) http://www.eunews.it/2014/07/22/poletti-valutiamo-possibilita-di-istituire-un-sussidio-di-disoccupazione-europeo/19865