Un discorso forte e denso di spunti quello della presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen sulla stato dell'Unione di oggi, innanzi al Parlamento europeo di Strasburgo. Partiamo dalla fine.
A simbolo dell'unità europea e del suo complesso valoriale la von der Leyen chiama Bebe Vio (a sorpresa!), l'atleta paraolimpica, a modello della forza dell'Unione nel realizzare i propri obiettivi: “Se una cosa sembra impossibile allora si può fare”.
La propensione al “fare” ed anche a realizzare gli ideali europei. Pur evidenziando, in piena e serena coscienza, i limiti della nostra Unione “non dobbiamo nasconderci davanti alle nostre imperfezioni” ha detto la presidente, ed è questo il punto finale ma anche la base dei ragionamenti di tutto il discorso sull'Unione.
Prima di tutto la volontà di fare un passo deciso verso una nuova governance economica, costruire “insieme” il consenso su cosa si farà da qui al 2023. Una data importante sarà legata al 30° anniversario del nostro mercato unico, che ha portato progresso, bene evidenziato dalla presidente.
“Non c'è tempo più prezioso di quello dedicato al nostro prossimo”. La presidente mette al centro il diritto della persona che è violato anche con le diseguaglianze sociali caratterizzate in Europa dalla mancanza di “equità fiscale”: “se le aziende realizzano profitti ciò dipende dal nostro sistema sociale, quindi è giusto che paghino il loro contributo”.
Un “lancio” evidente alla tassazione da uniformare nell'Unione sulla tassazione delle grandi imprese, non solo sul digitale, aggiungo io, ma su larga scala, evidenziando le mancanze attuali di equilibrio nella tassazione complessiva che minano la libertà di movimento dei capitali, delle persone e dei beni. Contro questo atteggiamento, contro l'evasione e le frodi fiscali la von der Leyen si scaglia contro i “profitti dissimulati” quelli prodotti da aziende schermate.
L'UE non sarebbe una realtà e non rappresenterebbe il nostro futuro se non pensasse alla tutela dei giovani. Alle nuove generazioni bisogna pensare eccome! Sono loro che hanno subito gli effetti della pandemia, quelli che hanno sacrificato molto: “dobbiamo tutelare il futuro dei giovani”, senza i quali non è possibile forgiare la nostra identità europea, e per questo motivo “proponiamo il 2022, come anno della gioventù europea” ha affermato la von der Leyen.
Green deal e transizione verde, queste sono le politiche da attuare e devono essere “giuste”; dal 55% di riduzione delle emissioni di carbonio dell'anno scorso, nello stesso discorso sullo stato dell'Unione, oggi pensiamo al vincolo giuridico per tutelare l'energia verde, con un prezzo sull'inquinamento. L'UE raddoppierà i fondi esterni per la biodiversità “soprattutto per i Paesi più in difficoltà” ha detto la Presidente, citando l'importanza della riuscita della COP26.
Proprio sul piano della finanzae climatica si è focalizzata l'attenzione, con ben 4 miliardi dedicati, coinvolgendo gli USA, perché “non possiamo perdere tempo per una leadership mondiale”.
Senza dubbio la crisi migratoria e la politica a questa connessa, è stato un tasto, dolente, ma obbligatorio nel passaggio del discorso sullo stato dell’unione. “Se non affrontiamo le crisi all'estero le crisi verranno da noi”, ha sottolineato la von der Leyen agganciandosi anche al problema del sistema di difesa, dove è evidente il bisogno di una “unione della difesa europea”; un vulnus quello della mancata volontà politica dei paesi dell'UE che “ci ha fermato fino a oggi”, “dobbiamo costruire un processo con consapevolezza delle situazioni”. Una di queste situazioni è senza dubbio legato non alle “armi” ma alla sicurezza informatica, i conflitti avvengono semplicemente seduti davanti un pc. Su questo la presidente ha detto che sarà formulata una proposta di legge.
Sostenibilità e sicurezza sanitaria, tornano quando si pongono sotto attenzione nuovamente gli USA coi quali è necessario costruire una guida mondiale, possibile solo se si “cammina insieme”, non ignorando la Cina, e neanche la parte più vicina all'UE: i Balcani. Su questa zona la presidente ha detto che sarà fatto un investimento importante, pari a 1/3 del PIL della zona perché “è il futuro dell'UE”. Guardare a Est, ma guardare anche alla Turchia, e alle relazioni indopacifiche.
Nel creare legami sempre più forti a livello mondiale perché così si possono “evitare nuove forme di dipendenza”, con un Global gateway, complesso regolamentare per persone, beni e servizi.
All'attenzione della presidente non è mancato il richiamo allo stato di diritto. I padri fondatori volevano realizzare quel complesso di valori che ci dice che siamo europei, valorizzando anche la nostra autodeterminazione. Volevano la libertà al centro, anche la “libertà di essere diversi dalla maggioranza”, lavorare quindi perché il 2022 sia l'anno del “trionfo” dello stato di diritto dell'UE. E questo non può essere svincolato dal bilancio europeo. “La corruzione priva del futuro i nostri figli”, ha detto la presidente, e “indebolisce lo stato di diritto”.
Se la nostra Unione manterrà la forza acquisita in questo periodo di crisi pandemica, avrà davvero imparato dalla necessità di costruire anziché opporsi al cambiamento per vivere liberi e uniti, sarà ancora più forte per affrontare le sfide che sicuramente ci attendono, e saranno ancora tante.
Il piano Next generation EU è stata una risposta efficace, ma bisogna pensare a realizzare in modo strutturale questi strumenti. La Conferenza sul futuro dell’Europa servirà, si spera, a realizzare, dico io, un'Unione sempre più integrata, sovrana e finalmente federale.