Eurogruppo: una risposta alla crisi per preparare la ripresa

“Oggi ci impegniamo a salvaguardare la salute e la vita dei cittadini europei e ad affrontare la sfida economica immediata. Ciò include i mezzi fiscali di cui gli Stati membri hanno bisogno per finanziare le misure necessarie. La ripresa dell'economia europea rappresenta una grande sfida. Agiremo insieme in solidarietà e la realizzeremo. Ciò include i necessari progressi nel rafforzamento dell'Unione europea.”
Cominciamo dal penultimo paragrafo (22) che chiude la dichiarazione rilasciata ieri sera dall’Eurogruppo in preparazione del Consiglio europeo dei capi di stato e di governo.
L’Eurogruppo è giunto a queste proposte dopo aver navigato per 2 giorni nell’incertezza del mare burrascoso dei veti incrociati su proposte nazionali spesso rispondenti più all’elettorato nazionale che alla sfiducia reciproca tra gli Stati.
Oggi i quindi i Ministri finanziari hanno un piano programmatico ben definito, dove Italia e Spagna in particolare da una parte e Germania e Olanda dall’altra con in mezzo la Francia, hanno concertato un pacchetto di sostegno alla crisi economica prodotta dalla pandemia del Covid-19.
Superare la tempesta, per superare tutte le tempeste con la federazione europea

“Questa situazione eccezionale richiede una solidarietà e un sostegno eccezionali. Stiamo intervenendo rapidamente per attutire il colpo. La nostra priorità è garantire che i sistemi sanitari europei dispongano di tutte le risorse di cui hanno bisogno, in termini sia di materiali che di denaro; che le imprese colpite abbiano liquidità sufficiente a restare a galla; e che i posti di lavoro e il reddito dei dipendenti e dei lavoratori autonomi siano tutelati. Stiamo usando tutta la flessibilità delle norme di bilancio dell’Ue per sostenere i governi nazionali ad agire con decisione per fronteggiare l’impatto socioeconomico della crisi.”
Sono le parole usate nell’intervento pubblicato domenica scorsa sul Sole 24 Ore dal vicepresidente della Commissione europea Vladis Dombrovskis che ha fatto un primo bilancio delle misure intraprese dall'Unione europea sul tema emergenza Covid-19.
“Complessivamente, i finanziamenti a livello Ue raggiungono i 93 miliardi di euro e stiamo lavorando per aumentarli ulteriormente.” Questa è la prospettiva essenzialmente della Commissione, ma, come ormai abbiamo capito, è anche l'azione di quegli organismi (come la Bce) che godono di una certa autonomia e capacità di movimento decisionale che va oltre i condizionamenti intergovernativi tipici del Consiglio e del Consiglio europeo. L'Unione europea sta sviluppando - sia chiaro - politiche che superano anche tutte le altre priorità in agenda e che sarebbero state di competenza esclusiva, per dedicarsi ad attività di sostegno e assistenza in materie in cui gli Stati nazionali hanno voluto che avesse solo un ruolo secondario (articoli 4 e 6 del trattato FUE).
Salvare i cittadini europei per salvare l'Unione

Il Consiglio europeo del 26 marzo ha mostrato ancora una volta che le divisioni tra i governi europei mettono seriamente a rischio il futuro dell’Unione. Il comunicato finale afferma: “We fully acknowledge the gravity of the socio-economic consequences of the Covid-19 crisis and will do everything necessary to meet this challenge in a spirit of solidarity”. È vero il contrario.. Le tensioni tra le due Europe, del Sud e del Nord, stanno causando una rinnovata ondata di nazionalismo. I cittadini europei chiedono aiuti. Li stanno ricevendo in parte dai loro governi, ma si attendono anche risposte concrete dall’Unione.
Secondo Germania e Olanda, la creazione di Eurobonds significherebbe accettare una “Transfer Union” che non è prevista dal Trattato di Lisbona. È un'affermazione che non ha alcun fondamento. Basta ricordare che l'art. 3 del Trattato afferma che l’Unione: “shall promote economic, social and territorial cohesion, and solidarity among Member States”. La Tranfer Union tanto temuta esiste già: il fondo regionale europeo, ad esempio, redistribuisce risorse dalle regioni più ricche alle più povere, grazie al bilancio europeo. Lo stesso processo avviene dentro la Repubblica federale di Germania con il meccanismo del Finanzausgleich. E simili meccanismi esistono in altri paesi come Spagna e Italia. Se si esamina il problema solo sotto il profilo tecnico, esistono le soluzioni per eliminare un possibile moral hazard e impedire che alcune regioni, o stati, pretendano un trasferimento eccessivo. Procedure simili a quelle adottate dalla Germania, ad esempio, possono essere adottate anche per l'Unione europea.
Il coronavirus e la guerra degli Eurobond

28 Marzo, il presidente del Consiglio della Repubblica Italiana Giuseppe Conte dice che l’Unione Europea ha un appuntamento con la storia e la storia non aspetta. Si tratta di una frase che appare piena di retorica ma che fotografa bene il momento. Noi europei rischiamo di giocarci per molti decenni gli attuali livelli di benessere. Deve far riflettere che negli scorsi giorni l’ex presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha scritto sul Financial Times che servirà un massiccio intervento degli Stati che si tradurrà in una crescita dei debiti pubblici dei paesi europei, l’alternativa sarebbe infatti di gran lunga peggiore, poiché con grande probabilità molti paesi europei si troverebbero a perdere gran parte della loro capacità produttiva1.
Ma cerchiamo di ripercorrere tutti i passaggi del dibattito economico particolarmente acceso nelle recenti settimane. Erano i primi di marzo e l’epistemologo ed ex trader Nassim Taleb, famoso per la teoria del cigno nero, garantiva che il coronavirus non era un evento potenzialmente devastante per l’economia come una grande crisi. Taleb invitava l’Italia a prendere misure restrittive che sarebbero pesate sul PIL dell’anno in corso, ma debellata la pandemia l’economia sarebbe ripartita velocemente2. In quei giorni, aldilà delle posizioni di Taleb, era ricorrente la previsione che l’economia potesse avere un andamento a V, ovvero che ad un crollo anche notevole potesse seguire una rapida ripresa.
Eurobonds e nuove risorse per il bilancio europeo subito, e senza riforma dei Trattati

La situazione creatasi con il Coronavirus richiede interventi eccezionali, che devono essere presi tempestivamente e seguendo un piano per superare l’emergenza sanitaria e rilanciare l’economia
1°) il finanziamento della spesa sanitaria straordinaria è assicurato dagli interventi della BCE che ha deciso di acquistare titoli per ulteriori 750 miliardi, assicurando liquidità al mercato, riducendo i tassi di interesse e frenando così la crescita dello spread. Le risorse create dalla BCE devono anche assicurare la sostenibilità sociale nel dopo-Coronavirus