Caro Lafontaine, hai sbagliato indirizzo
di Gabriele Pastrello* (pubblicato su "Il Manifesto" del 17 ottobre 2015 "Lafontaine e i veri nemici dell'Europa"Lafontaine e i veri nemici dell'Europa")
Sorpresa e preoccupazione sono le sensazioni suscitate dalla lettura della lettera che Oskar Lafontaine ha indirizzato alla sinistra italiana attraverso le pagine del Manifesto (mercoledì, 14 ottobre). Perché è sicuramente vero che l’esito della trattativa dell’Eurogruppo con la Grecia ha cambiato il giudizio sulle prospettive di forzare la camicia di forza dell’austerità da parte di un governo di sinistra in un paese europeo. Ma è l’indirizzo dell’attacco che mi sembra sbagliato: non Francoforte, ma Berlino.
Uno schema comune europeo contro la disoccupazione

di Salvatore Sinagra*
Il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan ha affermato che il governo italiano sosterrà la proposta di un meccanismo di assicurazione contro la disoccupazione nell’area euro. Questo riporta James Politi in un articolo pubblicato sul Financial Times (1).
Le misure di austerity e la giurisprudenza “multilivello”. Verso lo scollamento tra protezione europea e protezione interna?

di Giuseppe Bronzini *
Nonostante sia pacifico che la Carta dei diritti dell’Ue si applica ad ogni atto, anche nazionale, che è il prodotto di un’azione dell’Unione e dei suoi organi, la Corte di giustizia in una serie di decisioni “pilatesche” si è sinora rifiutata di esaminare nel merito le misure nazionali di austerity. Anzi in alcune sentenze sono state giudicate “proporzionate e necessarie” le durissime misure adottate da Grecia, Portogallo, Romania.
Immigrazione, cittadinanza e governo europeo. Per una Carta europea dei diritti e dei doveri dei rifugiati e degli immigrati

di Guido Montani
In pochi mesi alcuni principi istituzionali dell’Unione Europea (EU) sono stati messi in discussione. La crisi Ucraina ha mostrato che l’UE non ha una politica estera: gli accordi di Minsk sono stati negoziati da Germania e Francia con l’Ucraina e la Russia, in assenza della responsabile europea della politica estera. Nel mese di luglio, il Ministro delle Finanze tedesco ha minato il principio dell’indissolubilità dell’Unione monetaria, proponendo l’uscita della Grecia.
Un piano europeo per arginare i cambiamenti climatici

I Governi dell’Unione europea si sono assunti pesanti responsabilità sia con iniziative dirette, sia come comprimari, sia con una accondiscendenza passiva, nel promuovere il caos e le guerre da cui promana l’attuale flusso di profughi. Ma non sembrano aver mai compreso le dimensioni reali di questo cataclisma sociale; né averne previsto le drammatiche conseguenze. Prevalevano, ieri come oggi, cinismo, ignoranza,irresponsabilità. Ma ora che la crisi li ha investiti in pieno non sanno affrontarla, non riescono a trovare soluzioni condivise e non concepiscono altro che vecchie ricette: la guerra.
La guerra agli scafisti libici – unico esito certo dell’ultimo vertice intergovenativo – è un alibi, un’infamia e un crimine. Un alibi, perché si cerca di far credere che i flussi che hanno investito l’Europa possano essere ridimensionati - e risolti - accogliendo i “profughi” (che