Ventotene-Europa, una comunità di destino, nel segno di Spinelli
di Mario Leone *
“È stato tutto un monologo sulla libertà quello che ho iniziato dal momento in cui le porte del carcere si sono chiuse alle mie spalle, un monologo che si è venuto man mano allargando e approfondendo. ... La conclusione cui non posso sottrarmi è che se per nulla al mondo vorrei rinunziare alla mia libertà, se l’ho difesa in me stesso contro i muri di pietre e contro i muri di idee, che mi circondano, se per essa ho accettato di distruggere tanta parte di me, devo volerla anche per il mio prossimo” Altiero Spinelli(1)
Ha scritto Altiero Spinelli nella sua meravigliosa autobiografia pubblicata per le edizioni del Mulino nel 1984: “… la federazione non era presentata come un bell’ideale, cui rendere omaggio per occuparsi poi d’altro, ma come un obiettivo per la cui realizzazione bisognava agire ora, nella nostra attuale generazione. Non si trattava di un invito a sognare, ma di un invito ad operare”(2). Questa azione è stata posta in essere sin dalla sua nascita dal Movimento federalista europeo, di cui abbiamo commemorato il 72° anniversario della fondazione 2 giorni fa, il 28 agosto.
Altiero Spinelli e la battaglia per la costituente europea
di Pier Virgilio Dastoli (*)
L’idea di una riforma istituzionale delle Comunità secondo un modello federale attraverso una procedura costituente (cioè affidando a un’assemblea eletta direttamente dai cittadini per questo scopo o dando questo mandato al Parlamento europeo) non è nata con il progetto Spinelli. Essa è maturata in Spinelli dopo il Manifesto di Ventotene del 1941 e la creazione del MFE nel 1943, fu discussa al Congresso dell’Aja nel 1948 e fu poi lanciata dall’UEF nel novembre 1950 a Strasburgo sei mesi dopo la Dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950.
Rifondare l'Europa insieme a profughi e migranti
di Guido Viale *
In coincidenza con le più recenti stragi di profughi – di sicuro non le ultime – la decisione di Angela Merkel di sospendere unilateralmente la convenzione di Dublino sui richiedenti asilo e di accogliere in Germania tutti i profughi siriani senza rispedirli nel paese del loro ingresso nell’Unione Europea (Grecia, Italia e Ungheria) rappresenta un punto di svolta nel modo di rapportarsi al problema; ma presenta anche molte ambiguità, cosa che la Stampa mainstream si è guardata dal rilevare. Innanzitutto è una decisione unilaterale con la quale Angela Merkel ribadisce che in Europa “comanda lei”, senza bisogno di accordi con Commissione, Consiglio o Parlamento europeo; gli altri Stati membri, se vogliono, possono adeguarsi.
Crimea: la complessa situazione delle minoranze dopo l’annessione russa
di Pietro Scartezzini
Ancora oggi un nutrito gruppo di minoranze e popolazioni indigene presenti in tutto il pianeta sono a rischio a causa degli egoismi dei governi nazionali, nonostante la crescita dei meccanismi di protezione internazionale a seguito della prima e soprattutto della seconda guerra mondiale.
Uno dei casi recenti più eclatanti è sicuramente quello riguardante il conflitto russo-ucraino.
Muri e migranti, UE che fare
di Mario Leone*
Un muro di filo spinato, dall'Ungheria del nazionalista Viktor Orbán, che lancia una campagna per “scoraggiare” gli ingressi illegali dai Balcani. Proteste di piazza e scontri politici per l'emergenza immigrazione moltiplicano le linee di frattura in Europa. David Cameron, premier britannico, dagli «sciami che attraversano il mare» ribatte ancora: «Fermeremo le irruzioni». In Slovacchia in migliaia in piazza contro la decisione del governo socialdemocratico di accettare profughi da Grecia e Italia secondo le ricollocazioni previste dall'Agenda Immigrazione. La Polonia vuole accogliere mille-duemila rifugiati, 50 famiglie siriane sono arrivate a luglio, ma con le frange più conservatrici che vogliono aprire solo ai cristiani (1).