Verso una svolta “sociale” dell’Unione europea? Incontri pubblici sul futuro d’Europa

Quali spazi politici, istituzionali e di mobilitazione per un’Europa sociale, finalmente solidale e cooperativa tra individui, società e istituzioni pubbliche? Questa è la sfida decisiva per aggiornare ed estendere il “modello sociale europeo” di protezione e garanzia delle cittadinanze, tanto più dentro e contro la pandemia, quindi con attenzione alla centralità dell’ambiente e della questione ecologica, con la rivoluzione digitale nella quale siamo immersi.
Una Conferenza per rivitalizzare il processo di integrazione europea

La Commissione europea ritiene ora più importante che mai avviare il dibattito sulla Conferenza sul futuro dell'Europa; lo aveva preannuciato a ottobre dello scorso anno nel suo programma per il 2021. La Conferenza è (o potrebbe essere) per tutto il movimento per la costruzione degli Stati uniti d'Europa, un motivo di rinnovamento del messaggio contenuto nel Manifesto di Ventotene, oggi ancor più rilevante, a 80 anni dalla redazione.
Le questioni sollevate nel corso dell'ultimo anno – dalla necessità di un'Unione sanitaria europea più forte ai cambiamenti duraturi che la pandemia può imprimere sul nostro modo di vivere insieme – possono essere affrontate solo se tutti hanno la possibilità di esprimersi e attingendo a tutte le nostre esperienze e competenze comuni.
Perché abbiamo perso l'Europa e come possiamo riprendercela

Spinto alla ricerca di una soluzione troppe volte auspicata ma mai davvero praticata, Francesco Saraceno ha realizzato (per le edizioni Luiss University Press, settembre 2020) il volume “La Riconquista” con un sottotitolo estremamente chiaro: perché abbiamo perso l'Europa e come possiamo riprendercela.
Saraceno è professore di macroeconomia internazionale ed europea a Sciences Po e alla Luiss, nonché vicedirettore dell’OFCE, l’osservatorio francese di congiunture economiche, e membro del comitato scientifico della Luiss School of European Political Economy. Ha pubblicato La scienza inutile. Tutto quello che non abbiamo voluto imparare dall’economia (Luiss University Press, 2018) e, appunto “La Riconquista”.
Scalfari, Meloni e le lacrime dei federalisti. Sulle differenze tra federazione e confederazione

Da poco più di un mese il Forum di dibattito tra iscritti e simpatizzanti del Movimento Federalista Europeo ha un nuovo indirizzo <forum@mfe2.it>. Forse per il cambio di indirizzo o più probabilmente per il momento storico che sta vivendo l’Europa (Brexit e Next Generation EU), il Forum ha iniziato ad ospitare dibattiti cui hanno dato il loro contributo militanti e intellettuali di valore.
Ci è sembrato interessante un recente scambio di mail che ha riguardato il tema del nazionalismo e della differenza tra federalismo e confederalismo. Ne riproponiamo qui un “collage” degli interventi più significativi, scusandoci con coloro che hanno contribuito al dibattito ma che, per problemi di spazio, non sono stati citati.
In ricordo di Ursula Hirschmann a trent'anni dalla morte

L’8 gennaio scorso con una piccola delegazione di federalisti europei di Roma e del Lazio(1) abbiamo reso visita al Giardino dei Giusti dell’Umanità in Roma, ospitato dentro villa Doria Pamphilj, in occasione del trentesimo anniversario della morte di Ursula Hirschmann. Uno degli ulivi, piantato nel 2019 alla presenza tra gli altri della Sindaca di Roma, è infatti dedicato alla sua memoria e accompagnato da una targa quadrata in pietra che ne riporta il nome e l’anno di nascita.
In questo luogo, disadorno ma dal grande valore emotivo, considerate le molte personalità rievocate, tra cui Adriano Olivetti, Alexander Langer e Antonio Megalizzi, la cui targa vandalizzata pone con forza la necessità di una ben maggiore cura e valorizzazione ai fini di una piena consapevolezza comune, abbiamo voluto commemorare con una visita in presenza, nonostante le difficoltà legate alla pandemia, Ursula Hirschmann, madre fondatrice del moderno federalismo europeo, che è stata di recente finalmente riconosciuta ufficialmente dall’Unione europea tra le “pioniere del processo d’integrazione europea”(2).