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Europa in Movimento

| Verso un'Europa federale e solidale

Europa

Manifestazione del Forum sociale europeo

Il 15 gennaio il Parlamento, con il voto in seduta plenaria, ha confermato la scelta della Commissione di escludere dalla plenaria della Conferenza sul Futuro dell’Europa la società civile organizzata – l’associazionismo formale e informale, le ONG, i movimenti, le reti.

E’ stato bocciato un emendamento proposto da Verdi e GUE -votato anche dai Socialisti, da una parte di Renew Europa e da un gruppo di non iscritti fra cui i 5Stelle- che prevedeva di aggiungere alla plenaria della Conferenza quattro rappresentanti della società civile organizzata.

Logo dell'iniziativa europea per il reddito di base

In questo Working Paper pubblicato nella collana del Centro di Studi Europei della Università degli Studi di Salerno (https://www.centrostudieuropei.it/cse/working-paper/), Giuseppe Allegri riflette sull’urgenza di pensare istituzioni, politiche e strumenti di sicurezza sociale continentale, per trasformare in senso sociale il processo di integrazione euro-unitario attualmente a rischio di disgregazione e anche per rilanciare la visione sovranazionale di un costituzionalismo sociale fondato su di un universalismo concreto.

Collage di foto con Kirill Petrenko, Eike Schmidt, Enrico Letta, Dominique Meyer, Alexander Pereira, Gabriele Finaldi, Sandro Gozi e Fabiola Gianotti

In Italia la Lega (il vice ministro Matteo Salvini) e il M5S (il sottosegretario Stefano Buffagni) si sono scandalizzati che un italiano, Sandro Gozi, sia stato nominato Consigliere per la politica europea nel governo francese usando termini come "fa gli interessi francesi" e "vomitevole" !

Ricordiamo che è ormai consolidata e meritevole abitudine affidare la responsabilità della direzione di istituzioni che si occupano di beni comuni europei, quali l'arte, la cultura e la ricerca scientifica alle persone che si ritengono più qualificate e competenti indipendentemente dalla provenienza nazionale della persona.

la candidata alla presidenza della Commissione Europea Ursula Von der Leyen

L’unione Europea talvolta predica valori che pratica male, è questo il caso del gender balance. In sessantuno anni di storia alla guida della Commissione Europea si sono avvicendati tredici uomini; dal 1998 abbiamo avuto tre uomini alla guida della BCE coadiuvati da un comitato esecutivo che include altri quattro professionisti tra cui quando è stato possibile si è trovato spazio per una donna. E’ quindi innegabile che nelle istituzioni UE servissero più donne, sono invece scettico sulle nomination fatte dai capi di governo degli stati membri dell’Unione Europea.

Sulla scelta della tedesca Ursula Von der Leyen quale presidente della Commissione ho un’obiezione di metodo. Secondo il trattato di Lisbona, il Consiglio Europeo, ovvero l’assise dei capi di governo europei, sceglie il presidente della Commissione “tenendo conto” del risultato delle elezioni europee; la Commissione deve essere poi approvata con un voto del parlamento europeo. A partire dalle elezioni europee 2014 è stato inaugurato il metodo degli Spitzenkandidaten, in tedesco candidati guida, ovvero le principali famiglie partitiche indicano prima delle elezioni europee il candidato che proporranno se alle elezioni europee risulteranno la forza politica più votata.

Roma 25 marzo 2017. Manifestazione Marcia per l'Europa

1. Introduzione

L’euro è giunto al suo ventesimo anno di vita, superando la crisi dei debiti sovrani di un’ intensità simile a quella della Grande Depressione degli anni Trenta del secolo scorso e nonostante le previsioni nefaste di molti addetti ai lavori, e segnatamente di alcuni insigni economisti di oltre Atlantico. Utilizzando gli strumenti usuali dell’analisi economica disponibili all’inizio del processo di integrazione, questi ultimi ritenevano che l’unione monetaria europea costituisse un progetto campato per aria che non sarebbe mai stato realizzato o che, se realizzato, sarebbe presto fallito.

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