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Europa in Movimento

| Verso un'Europa federale e solidale

Mikail Gorbaciov, RIA Novosti archive, image #850809 / Vladimir Vyatkin / CC-BY-SA 3.0

Qualche cenno storico per inquadrare la figura politica di un grande uomo di Stato

Nel 1985, quando Gorbaciov arrivò al Cremlino, il mito dell’Urss era ormai a pezzi in tutto il mondo. Dopo settant’anni di regime comunista l’Unione Sovietica era una società economicamente e antropologicamente malata. L’economia pianificata non funzionava più; la gestione centralizzata del sistema produttivo causava per lo Stato costi elevatissimi e una penuria di beni di consumo. Dopo l’umiliante sconfitta “afgana”(1980), l’Armata Rossa faceva meno paura e la questione delle nazionalità richiedeva soluzioni coraggiose e radicali.

Nel febbraio 1986 Gorbaciov, in un discorso al XXVII congresso del PCUS, fece un’analisi impietosa del degrado politico, economico, tecnologico e morale dell’Unione Sovietica. Gorbaciov comprese sin da subito l’urgenza di riformare radicalmente il sistema sovietico e cercò di democratizzare la vita economica e politica del Paese.

Con la perestrojka (ristrutturazione) Gorbaciov formulò l’estremo tentativo di salvare lo “Stato multinazionale sovietico” che segnava il passo nei confronti dei concorrenti occidentali e stava crollando sotto il peso dell’inefficienza. Il rinnovamento prevedeva la privatizzazione di molti settori economici statali, la libertà d’informazione, la riduzione del controllo militare e politico sui Paesi satelliti e trattati con gli Stati Uniti per il disarmo dei missili.


Il riformismo illuminato di Gorbaciov non piacque né ai conservatori del partito, né ai progressisti radicali che volevano scrollarsi di dosso una volta per tutte il potere sovietico. «I suoi tentativi di riforma finirono per accelerare il collasso del sistema produttivo e per peggiorare la già grave situazione degli approvvigionamenti».

Alla sessione straordinaria del Soviet Supremo dell’Urss (23 agosto 1991) Gorbaciov riferì che, malgrado l’erosione del blocco comunista segnato dalla caduta del Muro di Berlino e dalla nascita del primo governo non comunista in Polonia, all’inizio del 1990, l’Urss non sembrava ancora dar segni di cedimento totale. Nel suo immenso territorio, serpeggiava unicamente un certo malessere profondo. E che nella seconda metà degli Anni ’80 vedeva crescere la tensione e la violenza innescate dal riemergere dei nazionalismi etnici nelle repubbliche sovietiche.

Le prime crepe

L’apertura politica promossa da Gorbaciov aveva alimentato per un verso, i conflitti tra le etnie, mentre le sue riforme, indebolendo i mezzi della repressione politica, avevano fatto venir meno anche la capacità di Mosca di imporre il proprio volere sulle singole repubbliche. «Gorbaciov non comprese la gravità del problema delle nazionalità nel gigantesco territorio che governava. Le sue timide proposte di riforma, dettate dal disperato tentativo di salvare lo Stato multinazionale, non fecero che accelerare un processo di disgregazione che in pochi anni portò al crollo definitivo dell’Urss».La Lituania fu la prima repubblica sovietica a sfidare Mosca dichiarandosi indipendente, nel marzo 1990. Eltsin, l’8 dicembre 1991, in qualità di presidente della Russia, firmò con i presidenti di Ucraina e Bielorussia l’Accordo di Belaveža, che sancì la fine dell’Urss e la nascita della Comunità degli stati indipendenti (Csi), aperta a tutte le ex repubbliche sovietiche. «Come Stato multinazionale e come sistema politico-economico l’Unione Sovietica era una costruzione artificiosa e ormai putrescente, che nessuno poteva più salvare e quindi destinata a scomparire, ma il suo crollo pacifico fu un miracolo storico che salvò l’umanità dai rischi di un olocausto nucleare.

Relazione tra la figura di Gorbaciov e il pensiero federalista

Nel 1985, sull’isola di Ventotene si svolse il “Primo Seminario federalista mondiale” che coincise con il Seminario Federalista (M.F.E.) per studenti Italiani ed Europei ed alcuni di noi, nell’occasione, cominciarono a conoscere Russi, Indiani, Australiani, Canadesi, Americani, Africani, Coreani, etc. e più in particolare, rimase vivo in noi il ricordo di due o tre professori universitari di Mosca e di due famiglie di Nuova Delhi che ritornarono sull’isola negli anni successivi. Ricordo dei docenti russi che tutte le mattine alle sette si recavano a Calanave per un bagno e poi davano inizio alla giornata.

Il ritornare sull’isola consentì ai docenti Russi di migliorare la conoscenza del “pensiero federalista” descritto nel Manifesto di Ventotene e con il contatto/colloquio con docenti italiani ed europei (Montani, Pistone, Levi, Iozzo, Trumellini, Padoa Schioppa, Boissier, etc.) migliorò anche la determinazione di realizzare in Europa e in Russia “Federazioni di Stati Autonomi ” (di Europa, di Russia, etc,).

Nel settembre del 1990 giunse sull’isola il Ministro della Cultura Sovietica del Governo Gorbaciov per condividere con i docenti russi il “pensiero federalista” del Manifesto di Ventotene

Il Comune di Ventotene, in data 4 settembre, offrì una cena di benvenuto all’ospite russo. Nell’ampia sala del Ristorante “Lo Smeraldo” venne preparato un lungo tavolo bianco dove al centro sedeva la Ministra Sovietica, alla sua destra il sindaco Beniamino Verde e alla sinistra il dott. Alfonso Iozzo (Presidente M.F.E.).

Al termine il dott. Iozzo ed il sindaco Verde ringraziarono il gradito ospite che, prendendo la parola, ricambiò il saluto e donò al sindaco Verde una bella Matrioska dicendo “il dono comprende tante Matrioske, a dimensioni decrescenti, che ricordano le tante federazioni degli stati sovrani, nel rispetto della autodeterminazione, della democrazia e della libertà dei popoli“. Al rientro in Russia la Ministra formalizzò l’invito al M.F.E. per costituire un gruppo di lavoro a Mosca con l’intento di scrivere una “Bozza di Costituzione” delle “Repubbliche Federate Sovietiche”.

Nel maggio del 1991 Gorbaciov si recò a Roma per incontrare le massime autorità della politica e del Parlamento italiano. Il Presidente del Senato on. Spadolini, nel giorno della Commemorazione del 50° Anniversario del Manifesto di Ventotene (4-sett.1991), in Piazza Castello, definì Ventotene “isola fedele alle memorie sacre nella lotta per la libertà” ricordando che “…nella faticosa, difficile e contrastata transizione dal vecchio al nuovo, Gorbaciov aveva interrotto la lunga notte del silenzio in cui la libertà e la democrazia erano state confinate dal regime sovietico”, e in un passo successivo così continuò “L’Europa – detto per primo da Gorbaciov (Presidente Sovietico) – è la casa comune anche per la Russia. La prevalenza slava (210 milioni di abitanti su 280) è sentita come vincolo sacro di appartenenza all’Europa”.

Con il senno del poi, oggi ci è dato comprendere che Gorbaciov era un politico illuminato che intendeva trasformare lo “Stato Sovietico” in una “Federazione di Stati Democratici Sovietici”, fondata sull’idea della pari dignità, dell’autonomia e dello stesso peso politico.

Il 25 dicembre 1991 Gorbaciov si dimise da Presidente dell’Unione Sovietica e il 26 dicembre il suo successore, Boris Eltsin, dissolse formalmente l’Urss; la bandiera tricolore (bianca, blu e rossa del tempo degli zar) da del quel giorno diventò lo status symbol dello Stato russo.

Purtroppo l’annunciato viaggio di Gorbaciov a Ventotene per rendere omaggio alle ceneri di Altiero Spinelli nel 2001 dovette interrompersi per sopraggiunti motivi di salute.

* articolo pubblicato originariamente su Ponza racconta.

Autore
Tonino Impagliazzo
Author: Tonino Impagliazzo
Bio
- Insegnante di Scuola Media in pensione; - Liceo Classico- Firenze/Lucca e Diploma all’I.T.I.S di Caserta; - Frequentato la Facoltà di Sociologia presso La Sapienza di Roma; - Nato a Ventotene il 10-01-1945, ivi residente e domiciliato a Ponza - condotto diverse esperienze lavorative nel Comune di Ventotene, vendita alimentari, campeggio, Coop. Tourist, Coop. Pesca e di Albergo. Accanto a Beniamino Verde (per circa 40 anni) ho partecipato al coordinamento ed alla realizzazione iniziative ambito Sociale (giochi Santa Candida, Banda Musicale, Casa alloggio, Biblioteca comunale, etc.) e della vita Politica (Museo e Parco Archeologico, Santo Stefano (1980/1999), AMP e RNS, Museo della Migrazione ed altro) nel Comune di Ventotene; Per 20 anni (circa) ho curato l’ organizzazione logistica e la predisposizione degli ambienti necessari per lo svolgimento dei lavori dei “Seminari Federalisti” nazionali ed europei ; Curato organizzazione “grandi Eventi” ( in Morte A. Spinelli; 50° Ann. Manifesto di Ventotene (Spadolini), Visita - Presidente G. Napolitano a Ventotene, un Progetto per Santo Stefano; Merkel, Holland e Renzi che rendono omaggio alle ceneri di A. Spinelli.

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