C’è stato un grande silenzio nel discorso(*) di fine anno del Presidente della Repubblica Mattarella(1). Un silenzio assordante che riguarda l’Europa. Non una parola sulle elezioni europee. Non una parola sulla proposta di riforma istituzionale approvata dal Parlamento europeo il 22 novembre. Non una parola sull’accordo di riforma del sistema europeo di asilo. Eppure le occasioni nel discorso di Mattarella non sono mancate.
Ad esempio quando ha parlato di pace: “Perseguire la pace vuol dire respingere la logica di una competizione permanente tra gli Stati. Che mette a rischio le sorti dei rispettivi popoli. E mina alle basi una società fondata sul rispetto delle persone”. Qui mi sarei aspettato un riferimento all’Unione europea, esempio concreto di come, almeno nel Vecchio continente, sia in corso un tentativo di superamento delle logiche nazionali.
Oppure quando ha accennato alla “partecipazione attiva alla vita civile. A partire dall’esercizio del diritto di voto ... Prima che un dovere, partecipare alla vita e alle scelte della comunità è un diritto di libertà. Anche un diritto al futuro. Alla costruzione del futuro. Partecipare significa farsi carico della propria comunità. Ciascuno per la sua parte”. Qui avrei visto bene un riferimento alle prossime elezioni europee. Quale miglior momento per rafforzare la democrazia europea! E invece nulla.
Un altro punto è quando ha parlato di diritti e della nostra Costituzione: forse avrebbe potuto citare anche la Carta dei diritti fondamentali dell’UE. E invece nulla.
Oppure quando ha sottolineato il disorientamento dei giovani. “Un disorientamento che nasce dal vedere un mondo che disconosce le loro attese. Debole nel contrastare una crisi ambientale sempre più minacciosa. Incapace di unirsi nel nome di uno sviluppo globale.” Perchè non accennare agli sforzi messi in campo dall’UE con il Green Deal ? E invece nulla.
E’ come se il nostro Presidente avesse scelto di privilegiare lo sguardo nazionale a quello cosmopolita. Conoscendo il pensiero di Mattarella pare strana questa miopia. Eppure se guardiamo ai discorsi di fine anno del Presidente francese(2) e del Cancelliere tedesco(3) risulta ancora più evidente.
Emmanuel Macron nel suo discorso ha accennato alle elezioni europee del 2024 mettendo in guardia da chi dice "bugie che seminano il caos". Alle prossime elezioni dobbiamo decidere se "continuare l'Europa o bloccarla", se "proseguire la transizione ecologica o tornare indietro". Ciò di cui ha bisogno la Francia è un'Europa "più forte e più sovrana, alla luce dell'eredità di Jacques Delors" recentemente scomparso.
Olaf Scholz è stato ancora più netto: “La nostra forza risiede nell'Unione europea. Quando l'UE presenta un fronte unito, parla a nome di oltre 400 milioni di persone. In un mondo di otto miliardi di persone, che presto diventeranno dieci, questa è una vera risorsa. Ecco perché è così importante che l'Europa esca unita e rafforzata dalle elezioni europee del prossimo anno”.
La costruzione di un’Europa unita è nell’interesse dell’Italia. Il nostro contributo assieme a quello dei francesi e dei tedeschi è essenziale per il futuro della democrazia europea. Alle prossime elezioni europee possiamo rafforzare o indebolire la casa comune europea.
Sarebbe stato opportuno ribadirlo nel discorso di fine anno come era già stato fatto prima delle elezioni europee del 2019: "Quest’anno saremo chiamati a rinnovare il Parlamento europeo, la istituzione che rappresenta nell’Unione i popoli europei, a quarant’anni dalla sua prima elezione diretta. È uno dei più grandi esercizi democratici al mondo: più di 400 milioni di cittadini europei si recheranno alle urne"(4).
Un'occasione persa caro Presidente.
(*) Sul tema è già intervenuto il Movimento europeo in una nota pubblicata su Facebook che riportiamo di seguito:
"Dal 6 al 9 giugno si voterà per rinnovare il parlamento europeo. Parlando del dovere e del diritto di votare nella libertà il Presidente della Repubblica si è dimenticato delle elezioni europee così come parlando dei diritti si è dimenticato dei diritti e dei valori che sono garantiti dalla nostra partecipazione all’Unione europea. Contrariamente al silenzio assordante di Sergio Mattarella, che non ha mai pronunciato la parola Europa, Emmanuel Macron e Olaf Scholz hanno sottolineato il fatto che Francia e Germania saranno forti nel quadro della sovranità europea e hanno ricordato le elezioni europee del prossimo mese di giugno. Noi non ci dimenticheremo delle elezioni europee."
(1) Messaggio di Fine Anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, 31/12/2023
https://www.quirinale.it/elementi/103892
(2) Vœux aux Français pour 2024. Messaggio di fine anno del Presidente francese Emmanuel Macron.
https://www.elysee.fr/emmanuel-macron/2023/12/31/voeux-aux-francais-pour-2024
(3) Messaggio di fine anno del Cancelliere tedesco Olaf Scholz https://www.bundesregierung.de/resource/blob/1955500/2250244/58b6c46d504b031a08af2c5afd786bce/2023-12-31-neujahrsansprache-bk-en-pdf-data.pdf
(4) Messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, 31/12/2018
https://www.quirinale.it/elementi/19822