EDITORIALE - Una vittoria di Pirro per Cameron ma una sconfitta per il progetto europeo

A prima vista, le 16 pagine del progetto di decisione del Consiglio europeo (con i relativi allegati dello stesso volume) presentati dal Presidente del Consiglio europeo al fine di scongiurare il Brexit (cioè l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea) sembrano confermare le peggiori aspettative degli analisti dell'integrazione europea sul risultato del negoziato con il Primo Ministro britannico. In effetti, a prima vista, Cameron sembra aver ottenuto soddisfazione (parziale o totale secondo i casi) su tutti i quattro temi da lui menzionati nelle sue richieste all'UE dell'11 Novembre 2015.
EDITORIALE - La campagna "New Deal for Europe" continua

Il Piano Juncker rappresenta il successo più significativo della campagna New Deal for Europe (ND4E) iniziata con un'Iniziativa dei cittadini europei nel 2014. Dopo sette anni di politiche di austerità, il Presidente della Commissione europea ha finalmente affermato che la crescita e la creazione di nuovi posti di lavoro (gli obiettivi che ispirano la proposta politica di ND4E) sono le sue priorità, ha specificato che c'è fretta e sembra legare il destino del suo mandato al successo del piano di investimenti, perché è convinto che quest'ultimo contenga la risposta a quanto chiedono i cittadini. Siamo noi che abbiamo coniato la parola d'ordine ND4E, che è ormai sulla bocca di tutti da Tsipras, a Renzi a Ségol e l'ha usata lo stesso Juncker.
EDITORIALE - Matteo Renzi sull'isola che non c'è

C’e’ grande curiosità, per alcuni aspettative, per il messaggio per l’Europa che sabato 30 gennaio il Premier Matteo Renzi lancerà dall’isola di Ventotene. Le ragioni sono varie. E’ la prima volta che un Presidente del Consiglio in carica si reca sull’isola del Manifesto “Per un’Europa libera e unita” di Altiero Spinelli con il chiaro significato di dare un netto taglio politico al suo messaggio.
Tale visita avviene immediatamente dopo un importante incontro chiarificatore con Berlino e nel pieno di un acceso dibattito (in corso anche sul nostro blog www.europainmovimento.eu) sulla nuova linea politica inaugurata del governo italiano presso le istituzioni europee che ha ricevuto più di una critica dal tradizionale fronte europeista, molto preoccupato da possibili svarioni nazional-populisti.
EDITORIALE - Un secolo breve anche per l'Unione europea?

Alcune coincidenze meritano di essere ricordate per il loro valore simbolico. Nel dicembre del 1991, mentre nella foresta di Belovezh, vicino a Minsk, i presidenti delle tre repubbliche della Russia, dell’Ucraina e della Bielorussia decretavano la dissoluzione dell’URSS, a Maastricht iniziava il Consiglio europeo che avrebbe approvato il Trattato di Unione europea. In apparenza si tratta di due decisioni opposte, una per la divisione e l’altra per l’unità. Tuttavia, esse sono state originate da un medesimo sisma tettonico. I sommovimenti della storia sono lenti a manifestarsi in superficie.
EDITORIALE - Contro Le Pen, Orban, Salvini, Farage e Grillo l'unica risposta sono gli Stati Uniti d'Europa

Come ampiamente previsto le elezioni regionali in Francia hanno registrato la vittoria del Fronte Nazionale che, con quasi il 30% dei consensi, diventa il partito più votato superando sia i repubblicani di Sarkozy che i socialisti di Hollande.
Il Partito socialista francese ha inseguito politiche e atteggiamenti sovranisti tipici della destra nazionale e quindi il calo elettorale da parte dei socialisti francesi è ben meritato. Ognuno raccoglie quello che ha seminato.
Il Fronte Nazionale voleva chiudere le frontiere ai migranti e il governo Hollande l'ha perseguita dopo gli attentati anche se la misura non serve a granché: molti terroristi hanno la stessa cittadinanza delle vittime.