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Copertina di "Nationalism, federalism and European integration", Mario Albertini, a cura di Guido Montani, Rubbettino 2017

E' appena andata in stampa per i tipi Rubbettino una antologia di scritti tradotti in inglese di Mario Albertini. L'edizione è curata da Guido Montani, professore di Economia Politica Internazionale all'Università di Pavia nonché già Presidente del Movimento Federalista Europeo, dei Jeunes du MFE, e vicepresidente dell'UEF.

La pubblicazione arriva a vent'anni dalla morte di Mario Albertini (1919-1997). La scelta della lingua inglese vuole colmare una lacuna nel dibattito internazionale dove la conoscenza delle sue idee politiche è ancora oggi ampiamente limitata tra gli studiosi delle scienze sociali.

Mario Albertini (1919-1997) è stato un leader del federalismo europeo e un filosofo della politica. Nel solco del Manifesto di Ventotene e dell’azione costituente di Altiero Spinelli, Mario Albertini ha posto le basi culturali e strategiche per la rivendicazione da parte dei cittadini europei dell’elezione a suffragio universale del Parlamento europeo e la creazione di un’Unione economica e monetaria, con una propria fiscalità e un governo democratico. Come filosofo della politica, Albertini ha mostrato, sulla base del pensiero federalista e cosmopolita di Immanuel Kant, come le ideologie tradizionali di liberalismo, democrazia e socialismo possano liberarsi dai miti dello stato nazionale e della sovranità esclusiva, rendendo così possibile l’affermazione dei valori della libertà, dell’eguaglianza politica e della giustizia sociale per l’intera comunità umana.

Mario Albertini ha vissuto nei difficili anni della Resistenza al nazi-fascismo e della guerra fredda, ma il suo pensiero non riguarda solo il suo tempo. La sua critica allo stato nazionale è attualissima e decisiva per comprendere la politica internazionale contemporanea. In alcuni scritti profetici ha saputo prevedere con lucidità il ritorno alla barbarie e i brutali conflitti che il XXI secolo sta sperimentando. In Cultura della guerra e cultura della pace, del 1984, scriveva: “Lo sviluppo tecnologico ha già condotto il genere umano sulla soglia della possibilità fisica della sua autodistruzione con la guerra o con la catastrofe ecologica; ma tutto ciò non ha ancora provocato alcun cambiamento nel modo di fare, di pensare e di studiare la politica. … Si pensa ancora allo stato con le concezioni del tempo (tutto il tempo sinora trascorso) nel quale era impensabile e imprevedibile che l’umanità sarebbe diventata – anche se solo in senso negativo e solo per il male – del tutto padrona di sé stessa, cioè capace di autodistruggersi. Così non si riconosce la spaventosa degenerazione degli stati, che si stanno trasformando da organizzazioni per la difesa della vita in organizzazioni che creano deliberatamente (stati egemoni) o subiscono passivamente (stati satelliti e neutrali), il rischio della estinzione del genere umano. Se si accettasse come un dato permanente del mondo politico questa forma degenerata di stato (nessun partito sinora l’ha rifiutata) la caduta nelle barbarie sarebbe, in ogni caso, inevitabile. Non avrebbe infatti più senso, né credibilità alcuna, l’educazione, il sentimento della solidarietà sociale e ogni valore morale e culturale”.

Se la cultura della guerra non verrà superata da una decisa azione per la creazione di istituzioni sovranazionali di governo, in Europa e nel mondo, la democrazia e la politica nazionale si degraderanno sino al punto in cui la civiltà verrà travolta da incontenibili ondate di barbarie.

A venti anni dalla morte di Mario Albertini (1919-1997), occorre prendere atto che il suo pensiero politico è ancora largamente sconosciuto agli studiosi di scienze sociali, in particolare nel dibattito internazionale che si svolge prevalentemente in lingua inglese. La diffusione in inglese dei suoi scritti è pertanto uno degli scopi di questa raccolta di saggi, che si avvale della collaborazione della rivista Il Federalista/The Federalist fondata da Albertini nel 1959 e della rivista Il Politico, edita dalla Facoltà (ora Dipartimento) di Scienze Politiche e Sociali di Pavia dove Albertini ha insegnato sin dagli anni Cinquanta.

Tuttavia, una motivazione per la pubblicazione di questa antologia, forse più importante della precedente, è richiamare l’attenzione dei giovani che intendono occuparsi di federalismo, di scienze sociali e di filosofia per un autore che ha innovato le discipline umanistiche introducendo concetti ed analisi fondamentali per comprendere i problemi del XXI secolo. In effetti, come cercheremo di chiarire, si manifestano all’orizzonte sfide cruciali per la sopravvivenza dell’umanità, che potevano essere solo intuite nel secolo scorso. Che l’umanità abbia conseguito il potere di distruggere il Pianeta è noto sin dalla fine della seconda guerra mondiale, come ha denunciato Einstein con i suoi scritti e con la sua opera di persuasione nei confronti delle potenze nucleari . Nel secolo XXI il potere di distruggere la vita sul Pianeta si è esteso ad altre tecnologie, come le biotecnologie, l’informatica e le nanotecnologie, così che il potere distruttivo, o mega-terrore, non è più monopolio degli stati, ma sta progressivamente diventando accessibile a piccoli gruppi organizzati o, al limite, a singoli individui . Infine, la minaccia maggiore, difficile da combattere perché impone cambiamenti drastici nella politica internazionale e nelle abitudini di vita dei tutti i popoli, è il problema del mutamento climatico e del collasso ecologico della biosfera provocato dalla sesta estinzione . Dobbiamo rassegnarci a un tragico destino? Quale senso ha la nostra vita se prendiamo atto che la fine di tutte le specie animali, compreso homo sapiens, è un evento prevedibile? La risposta che Albertini ha dato a questi interrogativi è netta: è necessaria l’unità politica del genere umano. La creazione di un ordine politico internazionale fondato sul federalismo e la democrazia è possibile a patto che si superi il dogma dello stato nazionale sovrano, chiuso nella sua assurda pretesa di negare i poteri necessari a un’autorità sovranazionale per la gestione dei problemi comuni. In Europa, un gruppo di paesi, dopo la tragica conclusione della seconda guerra mondiale, ha deciso di avviare un processo di unificazione sovranazionale. Sebbene l’Unione Europea sia oggi scossa da una grave crisi, ciò che è stato possibile in Europa può diventare possibile su scala planetaria. Questo è l’orizzonte politico-culturale che il curatore, Guido Montani, intende esplorare con l’aiuto del pensiero di Albertini.

La fotografia di Mario Albertini in copertina è stata fatta il 17 luglio 1979, a Strasburgo, in occasione dell'apertura della prima legislatura del Parlamento europeo eletto a suffragio universale. Nel suo discorso ai giovani federalisti provenienti da nove paesi della Comunità, Albertini ha ricordato che senza la mobilitazione dei federalisti "la prima riunione del Parlamento europeo si sarebbe tenuta senza alcuna manifestazione pubblica, come se si trattasse di un fatto interno alla classe politica europea, e non della prima elezione supernazionale della storia".

Citazione di Albertini.

“Technological development has already led the human species to the verge of the physical possibility of self-destruction through war or ecological catastrophe but, despite this, there has been absolutely no change in the way politics is carried out, conceived or studied. … The state is still thought about with the conceptions of the time (the whole of past time) in which it was unthinkable and unforeseeable that mankind would have become completely his own master, albeit negatively and for the worse, i.e. capable of self-destruction. The result is that the frightful degeneration of states goes unnoticed, a degeneration that is transforming states from being life defence organisations into organisations that are deliberately (hegemonic states) or passively (satellite or neutral states) creating the risk of the extinction of the human species. If we accepted this as a permanent fact of the political world (and no political party has so far rejected this degenerate form of state), deterioration into barbarity would certainly be unavoidable. Education, the feeling of social solidarity, and every moral and cultural value would, indeed, no longer have any sense or credibility”.

 

- L'indice del libro:

NATIONALISM, FEDERALISM AND EUROPEAN INTEGRATION

by Mario Albertini

Introduction

Mario Albertini’s Federalism in the Twenty-First Century
by Guido Montani

Editorial Note


Part I

Nationalism and Federalism


1. The Nation, Ideological Fetish of Our Time

2. The National Idea

3. For a Regulated Use of National and Supranational Terminology

4. The Federation

5. Federalism

6. The Historical and Cultural Roots of European Federalism

 

Part II

Federalism as a New Political Commitment


7. The Principles of Action of the Ventotene Manifesto

8. Militant Federalism. The Old and the New Way of Doing Politics

9. Federalism and the Crisis of Youth Political Participation

10. Political Report of the President of the UEF

11. Thesis for the 14th MFE Congress

 

Part III

The Strategy for the European Federation


12. The Strategy of the Struggle for Europe

13. At the Crossroad between the Nations and Europe

14. The European Parliament. A Historical, Legal and Political Profile

15. Monetary Union and Europe’s Political Alternative

16. The European Election, European Government and a European State

 

Part IV

Europe and the World


17. Uniting Europe to Unite the World

18. Towards a World Government

19. The Problem of Peace and the European Parliament

20. Chernobyl

21. Reykjavik

22. War Culture and Peace Culture

Autore
Nicola Vallinoto
Author: Nicola Vallinoto
Bio
Informatico, federalista ed altermondialista. Ha curato con Simone Vannuccini il volume collettivo “Europa 2.0 prospettive ed evoluzioni del sogno europeo” edito da ombre corte nel 2010. Ha ideato e promosso l'International Democracy Watch con Lucio Levi e Giovanni Finizio con i quali ha pubblicato il primo rapporto "The democratization of international organizations. First international democracy report", Routledge, 2014. Ha pubblicato "Le parole di Porto Alegre" ed "Europa anno zero", Frili Editori 2002.
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