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Europa in Movimento

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Marcia a Washington per il controllo delle armi, 2013

Domenica un cittadino americano di origini afghane è entrato in un locale gay con un'arma d'assalto uccidendo 50 persone e ferendone 54. L'assassino aveva più volte espresso simpatie per i terroristi islamici. L'ISIS ha rivendicato l'attentato. L'ultimo massacro è stato compiuto poche ore dopo l'omicidio di una star della musica poco più che ventenne e pochi mesi dopo la strage di San Bernardino in cui due coniugi di origini pakistane uccisero 14 persone e ne ferirono 17.
L'accaduto è diventato subito tema di campagna elettorale con Donald Trump che ha nuovamente rilanciato l'idea di vietare ai musulmani l'ingresso nel paese ed ha nuovamente accusato l'establishment di esercitare una leadership troppo debole. Hillary Clinton da parte sua ha ribadito di non voler negare l'esistenza del terrorismo islamico ma ha anche detto che negli Stati Uniti bisogna cambiare la legge sulla circolazione delle armi.

Io non credo che l'ISIS o qualsiasi altra rete di terroristi islamici disponga oggi di cellule terroristiche negli Stati Uniti. L'unico attentato di matrice islamica che ha colpito fino ad oggi gli USA effettuato con il supporto di una grande rete rimane l'11 settembre. Oggi esistono gruppi terroristici e criminali che per dimensioni e per capacità di contendersi territori rivaleggiano con gli Stati. In Europa tali gruppi si insinuano nelle banlieue, periferie fisiche e materiali, fuori dall'Europa dal Centroamerica, all'Afghanistan passando per la Nigeria prosperano sulle ceneri dei collapsed state, sulle divisioni etniche e religiose e sulla povertà estrema. Negli Stati Uniti, nonostante mille contraddizioni non paiono sussistere simili condizioni.
È invece evidente che il fatto che nel paese ci sia un'arma da fuoco per ogni cittadino, neonati inclusi, ed è altrettanto evidente la possibilità per i civili di dotarsi di armi d'assalto e quella di comprare armi in semplici fiere. La scelta di non vietare l'acquisto di armi anche a chi ha un passato violento sono fattori di insicurezza. Nel paese più potente del mondo la facilità con cui circolano le armi è diventata una questione di controllo del territorio. Ciò avviene perché il diritto a possedere armi secondo la carta costituzionale americana, scritta in gran parte nel Settecento, è un'appendice della proprietà privata. Per noi europei è incomprensibile che non si riesca a modificare una normativa fuori dal tempo anche se comporta un incidenza degli omicidi violenti venti volte superiori alla media OCSE.
Sbaglia Trump quando afferma che sul territorio degli Stati Uniti si combatte la Jihad. Negli ultimi anni abbiamo letto di stragi negli USA in scuole, in campus universitari, in centri commerciali, a concerti o nei bar. Non voglio neanche fare la conta dei morti fatti da immigrati alienati o radicalizzati, suprematisti bianchi o squilibrati. Servono nuove leggi per limitare la circolazione delle armi e per ottenere tale obiettivo occorre battere la National Rifle Association, la lobby che si presenta come un'associazione per i diritti civili ma che è in realtà un potentato economico che in questi anni è stato capace di bloccare tutte le leggi volte a mettere paletti per il porto d'armi o volte a vietare l'acquisto di armi da guerra ai privati cittadini. La National Rifle Association, che si dichiara apartitica, ha storicamente finanziato in gran parte candidati repubblicani ed ha per le prossime elezioni presidenziali fatto un endorsement a favore di Trump(1). Il miliardario statunitense sta utilizzando il megafono ed il denaro di una delle più grandi agenzie di insicurezza degli Stati Uniti. Ha ragione Trump, almeno sulla questione delle armi il presidente Obama è stato troppo debole, ha perso la guerra contro i peggiori finanziatori del Partito Repubblicano, come prima di lui l'aveva persa Clinton, ma bisogna dare atto ai due ultimi presidenti democratici di aver fatto tutto ciò che era nelle loro possibilità per superare un tratto distintivo degli Stati Uniti irragionevole ed anacronistico.

Approfondimenti:
1) L.Beckett, B. Jacobs. Donald Trump endorsed by NRA despite history of gun control support. The Guargian. 21 maggio 2016; J.Diamond, D.Welsh, Donald Trump to meet with NRA in banning gun sales for People in terror watch list. CNN, 15 giugno 2016.
Lo stesso Donald Trump si è dichiarato sorpreso dall'appoggio della NRA. La lobby delle armi è intimorita dall'intenzione di Hillary Clinton di eliminare il secondo emendamento della costituzione.

Autore
Salvatore Sinagra
Author: Salvatore Sinagra
Bio
Nato a Palermo nel 1984. Laureato in Economia e legislazione per l’impresa all’Università Bocconi. Vive a Milano. Si occupa di valutazione di partecipazioni industriali e finanziarie. È un convinto sostenitore del federalismo europeo e della necessità di piani di investimento europei che rilancino il tessuto industriale europeo puntando sulle nuove tecnologie. E' membro del comitato centrale del Movimento Federalista Europeo dal 2015.
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