Dopo poche ore dai tragici fatti di Nizza l’emozione è ancora altissima. Diventa difficile provare a fare un commento o abbozzare delle analisi senza farsi fuorviare dall’inevitabile emotività e, su tutto, dalla rabbia. Una rabbia che sale dallo stomaco e che è assai arduo rimuovere ripensando a quelle tragiche immagini di piccoli corpi esanimi sull’asfalto di una delle più belle promenade del mondo. Con i fatti del Bataclan pensavamo di aver raggiunto l’apice dell’orrore, tanto che i fatti di Bruxelles nella loro tragicità apparivano meno eclatanti. Con Nizza si è superato l’inimmaginabile, sia per la dinamica dell’attentato sia per i tanti minori coinvolti.
Eppure abbiamo il dovere di riflettere con raziocinio e freddezza per trovare delle soluzioni che siano stabili ed efficaci, senza cedere alle derive populistiche che in queste ore sono affiorate un po’ ovunque. Quindi proviamo a fare alcune analisi partendo da un dato oggettivo: viviamo in uno stato d’emergenza che vede un gruppo di terroristi, DAESH o IS che dir si voglia, contrapposto non a governi o forze di occupazione ma bensì a tutti noi, persone comuni che una sera a passeggio o a cena potremmo trovarci sotto attacco.
Da qui partiamo e tracciamo alcuni punti di un ragionamento che cercherà di demolire certezze piuttosto che fornirne in modo che si possa poi autonomamente e liberamente farsi una propria opinione.
ISLAM VS. OCCIDENTE
Parto da qui per smontare il primo e più facile assioma che in queste ore, come dopo ogni altro attentato, esplode sui social e in ogni altro media. E’ mia opinione che IS sia una forza politica, ispirata sì ad una visione distorta dell’Islam come quella Salafita ma squisitamente politica. IS persegue finalità di conquista territoriale e già nella sua nomenclatura si definisce Stato. Le ragioni storiche per cui IS si è sviluppato sono molte ed intricate e non è mia intenzione analizzarle in questa sede. Di certo v’è l’obiettivo politico e militare che Daesh persegue: creare una nuova nazione islamica sfruttando i vuoti di potere che si sono creati negli ultimi anni. Si tratta come sempre di POTERE e non di religione. Prima accetteremo questo concetto prima sapremo trovare gli strumenti con i quali disinnescare questa escalation che sfrutta anche il disagio sociale di tanti giovani nati in Europa da genitori stranieri. La strategia per creare caos in occidente e agire indisturbata a livello locale è evidente: creare uno stato di tensione permanente che veda instaurarsi una sorta di guerra civile fra occidentali e mondo musulmano. Da sempre la miglior strategia è quella di dividere e mettere gli uni contro gli altri e IS la sta perseguendo con studiata e pervicace abilità.
MODELLO NAZIONE VS. MODELLO FEDERALE
Mai come oggi appare evidente quanto le nuove sfide globali richiedano nuovi approcci e nuovi assetti geopolitici. Brexit ci sta dimostrando quanto sia facile ma altresi oneroso dare ascolto ai populismi che si cullano nell’illusione di un ritorno ad un glorioso, per taluni, passato. Il mondo però va’ da tutt’altra parte, giusto o sbagliato che sia. Oggi le sfide globali richiedono risposte straordinarie e decise. Il Leit Motiv populistico ripete a mo’ di mantra che dobbiamo chiudere le frontiere e ritornare con le lancette della storia a 60 anni fa. Quanto auspicato dai vari Farage, Le Pen, Orban e Salvini è la stessa cosa che vorrebbe Daesh: DIVIDERE, atomizzare quello che a fatica stiamo cercando di far diventare UNITO. Ma i fatti francesi (la Francia ricordo è una potenza nucleare) ci dimostrano che nessuna nazione da sola può davvero riuscire a fronteggiare le nuove minacce globali. Ed è drammatico che gli eventi di Nizza seguano di pochi giorni una dichiarazione del presidente Hollande che sosteneva l’inutilità, al di fuori della NATO, di un progetto di sicurezza comune europeo. Eppure ora come non mai l’integrazione federale europea appare come la soluzione più economica e logica per fronteggiare i nuovi assetti geopolitici e le tante sfide che questo mondo ci propone in continuazione. Un sistema integrato di intelligence e difesa federale permetterebbe, oltre a notevoli risparmi economici, un aumento dell’efficenza e della capacità di previsione e prevenzione di molti di questi avvenimenti nefasti. Inoltre accellerando l’integrazione federale della UE avremmo finalmente un interlocutore mondiale capace di porsi al fianco di USA, RUSSIA, CINA in grado di portare un efficace contributo alla risoluzione delle tante crisi che incendiano il nostro pianeta. Una vera e propria Europa Federale potrebbe con molta più autorevolezza e forza chiedere ad Arabia Saudita e Turchia di smetterla con il doppiogiochismo politico che vede entrambe le nazioni essere le principali finanziatrici di Daesh; potrebbe anche essere motore ideale di nuove iniziative che portino concretamente a disinnescare le ragioni per le quali gli estremismi emergono ed agiscono: arretratezza economica, diseguaglianze sociali e lacune di democrazia. Sempre in questa ottica solo l’integrazione federale potrebbe rispondere in maniera efficace alle crisi migratorie che saranno sempre più pressanti e costanti negli anni a venire. L’Europa Unita potrà sconfiggere il terrorismo? Probabilmente no, giacché il terrorismo è un fenomeno complesso che cambiando ed evolvendo non sparirà mai del tutto. Di sicuro l’Europa Unita ci permetterà di gestire la complessità del mondo attuale con strumenti e logiche più adeguate.
SEPARAZIONE VS. UNIONE
Concludo riportando la Vostra attenzione sulla sfida più importante che ci troviamo a dover affrontare. Tale sfida consiste nel fronteggiare le nostre paure, le stesse che hanno fatto compiere all’Inghilterra un passo scellerato verso il passato e non verso il futuro. Queste paure, del futuro incerto, del terrorismo, della guerra, di non avere più benessere, sono lecite ed umane. Il punto fondamentale consiste nel non cedere e fare di tutto per lasciare un mondo migliore ai nostri figli, un mondo dove la paura abbia poco spazio. Dopo due guerre mondiali si sentì necessario creare un nuovo assetto europeo che disinnescasse le cause che avevano generato tanti morti. Anziché cedere alle paure o all’odio si andò, grazie al messaggio visionario del Manifesto di Ventotene, verso un progetto di collaborazione europea che oggi è l’Unione come la conosciamo. A loro volta i Fondatori dell'UE avevano sicuramente bene in mente il messaggio kantiano di pace perpetua che, come prerequisito fondamentale, ha l’istituzione di una federazione addirittura mondiale. Il risultato di questo progetto di unità europea è stato il periodo più prospero e pacifico che l’Europa abbia mai conosciuto e proprio per questo oggi abbiamo il dovere di proseguire ed ultimare questo progetto per donare un futuro di pace e di giustizia alle generazioni future, dimostrando loro che in questi anni turbolenti e paurosi di terrorismo ed instabilità, abbiamo saputo trovare unità e coesione e abbiamo vinto le nostre paure.