Brennero è il nome di un piccolo paese situato nell’alto Adige, al confine tra Italia ed Austria, da qui passano importanti vie di comunicazione, sia stradali che ferroviarie, che non hanno solo lo scopo di collegare l’Austria all’Italia, ma che rappresentano, per quest’ultima, le porte dell’Europa centrale ed orientale; tuttavia proprio sul confine austro italiano si sta consumando una vicenda che mina profondamente l’Europa e soprattutto il principio di libera circolazione che ne sta alla base.
La vicenda tocca molti aspetti: dal problema dei rifugiati e della cooperazione per la loro gestione, fino ai problemi riguardanti appunto il trattato di Schengen ed i diritti che ne derivano.
Il recente accordo UE Turchia sui migranti ha riportato al centro delle rotte di migrazione la tratta mediterranea che, partendo dall’Egitto e dalla Libia, punta ad arrivare all’Italia, aumentando dunque la pressione sul nostro stato, un accordo, sul modello di quello stipulato con i turchi, pur essendo la linea che le istituzioni europee e lo stesso governo italiano preferirebbero, non sembra possibile in quanto il governo libico, che ne sarebbe il necessario partner, ancora non ha ancora il pieno controllo del territorio dello stato; e dunque, in base agli ancora vigenti accordi di Dublino, l’Italia ha l’obbligo di registrare i migranti che arrivano, vagliare le loro richieste di asilo, e, se accolte, di svolgere le necessarie pratiche burocratiche.
In questa contesto l’Austria ha lamentato un mancato rispetto da parte dell’Italia di tali obblighi, cui ha fatto seguito con provvedimenti di controlli alle frontiere, fino ad arrivare ad iniziare lavori di vere e proprie barriere fisiche, anche se le istituzioni austriache tendono a minimizzare la cosa parlando di “management di frontiera”, la commissione per bocca del commissario Avramopulos ha già espresso la criticità dichiarando che ogni misura presa dall’Austria sarà valutata in base a criteri di proporzionalità, mentre le autorità italiane non fanno che criticare tale scelta, significativo è come il Presidente della Repubblica Mattarella abbia definito zavorra la costruzione di muri interni all’Europa; le accuse continuano ad incrociarsi, e se l’Italia rimprovera all’Austria di aver costruito un muro con conseguenti controlli di frontiera su un luogo economicamente così importante (si stima che annualmente di solo traffico agroalimentare 10 miliardi di euro passino per il Brennero alla volta di tutta l’Europa centro orientale), la repubblica federale Austriaca fa pesare il fatto che loro abbiano accolto in termini assoluti più richiedenti asilo dell’Italia, pur avendo un territorio ed una popolazione decisamente inferiore.
La costruzione del muro non è priva di risvolti anche sulle popolazioni locali, e se il Trentino, che da sempre ha avuto ottimi rapporti economici con l’Austria, lamenta gli effetti economici che i controlli avranno, peggiore è la situazione degli altoatesini, i quali si sono sempre considerati austriaci sotto la sovranità italiana, situazione che aveva portato anche a parecchie tensioni nel passato, ma che la libera circolazione e la scomparsa delle frontiere prima e la moneta unica poi avevano piano piano attenuato creando un collegamento tra l’Alto Adige ed il Tirolo, permettendo così alle popolazioni germanofone di essere tutt’uno nonostante il diverso stato di appartenenza, collegamento che i recenti sviluppi fanno venire meno, almeno nel sentimento degli altoatesini, il presidente della provincia di Bolzano, Arno Kompatscher del SVP (Sudtyrol Volks Partei), ha infatti parlato chiaramente di passo indietro nella storia, chiedendo poi l'intervento di Roma nella questione; Kompatscher ed il suo collega di Trento Ugo Rossi stanno portando avanti, in conseguenza di ciò, una battaglia contro quest'iniziativa del governo austriaco. Ovviamente non è mancata anche una parte più conservatrice della società che ha plaudito all’iniziativa austriaca, infatti la Lega Nord ha dichiarato di vedere con favore le iniziative del governo austriaco, mentre l’estrema destra dell’alto Adige, vicina all’FPO austriaco, si lamenta più di essere “dalla parte sbagliata del muro” anziché dell’esistenza dello stesso.
Non sono mancate neanche manifestazioni di protesta al confine, già il 03 Aprile ci sono state tensioni tra i centri sociali che manifestavano e la polizia austriaca, sono poi previste ulteriori manifestazioni al Brennero il 24 aprile ed il 7 maggio, entrambe autorizzate dalla questura, nonostante in un primo momento gli organizzatori avevano preferito non richiedere tale permesso.
Quello che questa vicenda ci mostra è come i singoli stati nazionali non siano davvero in grado di gestire un problema come quello dei richiedenti asilo, e, se da un lato non si possono biasimare le ragioni austriache, dall'altro, come federalisti europei, non possiamo che essere fermamente contrari alla creazione di barriere in Europa, così come non possiamo considerare la costruzione di muri una soluzione al problema; ciò che noi auspichiamo è piuttosto una comune politica di controllo delle frontiere esterne, una politica di asilo comune ed una condivisione degli oneri che la gestione delle richieste di asilo comporta, così da poter superare definitivamente gli accordi di Dublino che non fanno che scaricare il peso della questione sugli stati di confine, solo in questo modo si potrà evitare in futuro la crescita dei nazionalismi, ed il triste gioco di scaricabarile che gli stati europei stanno facendo tra di loro sulla pelle e sulla vita di persone, che spesso fuggono da situazioni difficili come guerre o persecuzioni.