* Discorso tenuto l'8 maggio alla Camera dei Deputati per la Festa dell'Europa
Ringrazio la Presidente per l’opportunità di parlare in quest’aula dopo aver ascoltato gli interventi di personaggi illustri sulla scena europea e nazionale. Domani, come sappiamo, è un giorno di festa per l’Europa e per tutti noi. Ma di fronte ad una ricorrenza a volte sembra di dimenticare il motivo per il quale si festeggia. Forse oggi siamo qui per chiederci se davanti all’Europa dei muri si può ancora credere a quell’idea di Europa che aveva in mente Schuman il 9 maggio del 1950.
Io credo di sì. Di più: credo che le parole di Schuman, oggi, debbano esser al centro del discorso pubblico europeo.
L’Europa era un sogno di pace. Dopo la devastazione della Seconda Guerra Mondiale, morte e violenza, donne e uomini si sono rimboccati le maniche e hanno cominciato a lavorare per la pace. Noi domani festeggiamo questa idea di Europa, e non l’Europa che leggiamo sui giornali. Costruire la pace. L’idea di pace che ha dato vita al Manifesto di Ventotene e in seguito ha portato alla fondazione del Movimento che oggi qui rappresento.
Ma non si tratta di una pace astratta. Non è un’idea priva di un programma. Al contrario, donne e uomini hanno lavorato e lavorano tutt’oggi per scrivere insieme questo progetto chiamato Unione europea. Ed è di questo che la politica dovrebbe parlare oggi. Di sogni.
E allora come attualizzare quei valori oggi? Quale Europa vogliamo noi giovani? Quale Europa vogliamo costruire per i giovani che verranno?
Le ragazze e i ragazzi della Gioventù Federalista Europea lavorano per dare risposte a queste domande.
Noi crediamo che oggi l’Unione europea soffra perché ha perso la memoria. Non si ricorda più qual è la strada che avevano indicato i suoi padri fondatori, la strada che conduce all’unione politica, agli Stati Uniti d’Europa.
Ma sono i cittadini del mondo che tutti i giorni cercano di ricordare all’Unione il suo ruolo di attore globale.
Sono le donne e gli uomini sotto i bombardamenti che scappano dalla guerra a ricordarci l’importanza della pace. Sono le donne e gli uomini che si spostano per trovare lavoro a ricordarci l’importanza degli accordi di Schengen e della libera circolazione delle persone. Sono i giovani che non sanno cosa sia la vita di coppia e che non sanno se vogliono un figlio a ricordarci che questa Europa rischia di perdere anche la speranza.
Siamo noi, i giovani, coloro i quali si battono a scuola e fuori affinché si seguano le idee e non le paure. Ed è proprio la paura a generare morte e violenza.
Contro di noi è chi erige i muri ai confini generando violenza. Contro di noi è chi non accoglie i rifugiati creando morte. Di questo purtroppo parliamo oggi.
Concludo dunque questo mio breve intervento ricordandoci domani di festeggiare l’idea di Europa e non l’Europa di cui oggi trattano i quotidiani. Di festeggiare chi è riuscito a scappare dalla guerra e chi si è spostato e ha trovato lavoro. Festeggiamoli insieme ai nostri amici e alle nostre famiglie, perché solo così allora sentiremo la festa.
Grazie.
*Il discorso di SImone Fissolo è già stato pubblicato sul sito della Gioventù Federalista Europea
*Potete vedere il video a questo indirizzo