*Già pubblicato su Huffington Post (http://www.huffingtonpost.it/nicola-zingaretti/ventotene-europa_b_9119546.html#)
L'annuncio di oggi del recupero del carcere di Santo Stefano e del rilancio di Ventotene come luogo di formazione e incontro di giovani del Mediterraneo rappresenta uno storico rilancio dell'idea dell'Europa federale.
Per uno di quei bellissimi paradossi che alle volte scaturiscono dalla Storia, il carcere di Santo Stefano, un maestoso luogo di reclusione, si è trasformato in uno dei più potenti simboli di libertà che abbiamo in Europa.
Dall'isola di Ventotene, negli anni atroci della guerra e nella costrizione di un confino imposto dal regime fascista, venne il progetto - allora visionario - di un'Europa libera e unita. Un'idea ostinata di libertà, proprio nel momento più buio per i popoli europei, che sarebbe stata per le future generazioni una stella polare di azione politica e il migliore antidoto contro ogni forma di totalitarismo.
La nostra Europa ha iniziato a nascere lì, tra i confinati di Ventotene. Per questo, l'impegno - annunciato oggi a Ventotene dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi con il ministro Franceschini - di recuperare e dare nuova vita al carcere di Santo Stefano è una grande notizia, che ha una fortissima portata politica, anche fuori dai confini italiani. Ci abbiamo creduto da tempo e per questo è una bella vittoria. È un passaggio storico che, per noi cittadini del Lazio, ha una particolare valenza: persino nello Statuto che regola il governo e i principi fondamentali della nostra Regione, abbiamo il riferimento a Ventotene e al Manifesto. Siamo - per così dire - una regione a statuto speciale europeo.
Oggi, di fronte alle sfide della nuova Europa e del Mediterraneo, il tempo che ci separa dalla scomparsa di uomini come Altiero Spinelli o Sandro Pertini, solo per citare due degli uomini tra i più noti che qui furono imprigionati, non ha sbiadito l'eredità e la vitalità del loro pensiero. Il "Manifesto di Ventotene" non è un sogno spezzato, un'utopia che ha poi finito per sfumare nel tempo. Anche in questa fase, mentre sentimenti di paura, pulsioni xenofobe e difficoltà politiche indeboliscono l'Europa, il cuore della proposta contenuta nel Manifesto è vivo: la convinzione che l'Europa non rappresenti solo uno spazio geografico o un campo di forze al quale riferirsi ma sia, proprio come immaginava Spinelli, un processo, una trasformazione continua dove - tra passi in avanti e battute d'arresto - l'umanità persegua una sua strategia di liberazione e crescita. Questa sfida rimane tutta integra. Anche oggi. E l'Italia deve avere l'ambizione di rilanciarla, rispondendo con lo stesso coraggio e spirito libero dei padri fondatori dell'Europa unita e della nostra democrazia. L'Europa degli Stati non va bene. E' simbolo e causa della sua crisi. Vogliamo e dobbiamo rilanciare l'Europa politica, democratica e federale. Da qui, da Ventotene, rilanciamo quindi in avanti il processo di costruzione della pace e della cooperazione europea. Diamo vita a un vero governo europeo, con elezione diretta del governo e del presidente, secondo i principi di una vera democrazia rappresentativa. E troviamo, noi europei, insieme, il coraggio di guardare dall'altra parte del Mediterraneo per rispondere alle esigenze di stabilità economica e sociale dei cittadini di questa ampia area geopolitica, senza disperdere quei valori di solidarietà e fratellanza che hanno costituito la base del nostro cammino comune.
Sandro Pertini ricordava così il carcere di Santo Stefano, dove fu rinchiuso 85 anni fa: "Il profumo del vento, e il cielo terso, mi danno un senso di vertigine". Chi arriva in quest'isola, come abbiamo fatto noi oggi, non può che provare un senso di vertigine di fronte a questo luogo meraviglioso, alla sua storia ma, soprattutto, all'altissima sfida politica che racchiude.