"Per la vostra e la nostra libertà" è un motto capace di riassumere la lunga storia di amicizia tra i popoli d'Italia e di Polonia. Con questo motto, negli ultimi secoli, molte persone hanno dato la vita per la libertà delle due nazioni, non ultimo il garibaldino Francesco Nullo che, dopo la spedizione dei Mille è andato a combattere in terra polacca ove è morto e che ora, dai polacchi, è considerato un eroe nazionale.
Ora che la Polonia, dopo 25 anni di libertà, ha di fatto attraversato tutto l'arco costituzionale e, dopo un regime comunista, si appresta ad affrontare una deriva autoritaria di estrema destra, questo motto, però, è anche un monito che ricorda a tutti come ciò che accade in Polonia potrebbe, persto o tardi, accadere anche da noi.
La situazione polacca è già figlia del disintgeresse con cui l'Europoa ha trattato la deriva autoritaria che si è registrata negli scorsi mesi in Ungheria, e se si continua a non interessarsene, infatti, il contagio potrebbe espandersi a macchia d'olio sull'intera Europa, non risparmiando neppure l'Italia.
Con questo doppio significato il motto è stato adfottato dalla sezione genovese del Movimento Federalista Europeo che lo scorso 9 Febbraio è scesa in piazza di fronte al Consolato Onorario della Repubblica di Polonia per manifestare la propria vicinanza al popolo polacco che, dopo le elezioni parlamentari del 25 Ottobre scorso, si è già riorganizzato nel KOD (il Comitato di Difesa della Democrazia) per cercare di dare una risposta alla situazione che si sta determinando nel Paese.
Europa in Movimento, in precedenza, aveva già evidenziato come, con singolare rapidità, la nuova maggioranza di governo polacca aveva compromesso lo stato di diritto nel Paese paralizzando de facto la Corte Costituzionale, ed aveva messo in discussione la libera informazione con una nuova legge sulla televisione di Stato. Le cose sono andate avanti con una legge, entrata in vigore il 7 Febbraio scorso, che consente intercettazioni telefoniche e via internet da parte della Polizia (e del governo) senza l'autorizzazione della Magistratura. Non solo, ma il partito che guida attualmente la Polonia, sembra intenzionato a porre fine alla separazione dei poteri (colonna portante della democrazia) conferendo, da Marzo, al Ministro Guardasigilli il ruolo di Procuratore di Stato.
C'è attesa a Bruxelles come a Varsavia per le valutazioni della Commissione di Venezia del Consiglio d'Europa che, proprio mentre a Genova si scendeva in piazza, era in visita a Varsavia per acquisire elementi per valutare la tenuta democratica del Paese. Ed a Genova c'è anche attesa per vedere se la lettera che una delegazione di manifestanti ha consegnato al Consolato da inoltrare al Governo Polacco, riceverà una risposta. Ma a reagire non si può attendere.
Attorno al Movimento Federalista Europeo di Genova, il 9 Febbraio scorso, si è ricostituita, almeno a livello locale, quell'unità sindacale tra CGIL, CISL e UIL che negli anni '80 aveva costituito un importante sostegno all'attività di Solidarność nella battaglia per la libertà e la democrazia, e si è registrata anche una certa uinità delle sinistre con PD, SEL e L'Altra Liguria a manifestare insieme all'Associazione Libera. Sono passati già 10 giorni da allora e ci si inizia a domandare se una simile unità possa essere presto riproposta anche a livello nazionale per dare quella spinta che può davvero aiutare la Polonia a liberarsi dal giogo di cui viene caricata, e l'Europa ad evitare di precipitare in analoghe situazioni. Unirsi e farsi sentire è qualcosa che va fatta per la nostra e la loro libertà, nel loro interesse, ma anche nel nostro interesse egoistico guardando al nostro futuro.
Genova, 18 febbraio.
IL SECOLO XIX - INTERVISTA AL PRESIDIO CONTRO TUTTI I NAZIONALISMI