Non sarebbe bellissimo poter accedere a un'informazione chiara e non fuorviante sulle questioni europee, che sia comprensibile anche dai non addetti dai lavori?
Chiediamolo insieme al Direttore de La Repubblica.
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Appello (*) PER UNA INFORMAZIONE GIORNALISTICA ACCURATA
Quello dello scorso 24 novembre non è stato sicuramente un buon giorno per i vostri lettori.
Leggere in prima pagina il titolo “Il Natale deciso dall’Ue” non è soltanto inaccurato in considerazione del fatto che l’Unione non dispone di tali competenze, ma soprattutto contribuisce a creare un clima di euroscetticismo e diffidenza verso il medesimo progetto di costruzione europea. Tale linea editoriale non si addice a un giornale come il vostro che spesso, nel passato, ha contribuito ad informare i propri lettori su ciò che progetto d’integrazione europea fa per il nostro Paese e ciò che semplicemente non può fare.
L’Unione europea in questi mesi si sta impegnando su moltissimi fronti; basti pensare al Sure per la disoccupazione, all’acquisto dei vaccini o alle risorse finanziarie del Next Generation EU (quello che spesso viene giornalisticamente definito “Recovery Fund”). Stiamo assistendo a una delle fasi più interessanti e fruttuose che l’Unione europea abbia mai attraversato nel corso della sua storia, e questo nell’arco di un solo anno. In passato, i grandi passi in avanti nel processo di integrazione europeo hanno avuto gestazioni molto più lunghe e complesse e scenari molto più articolati.
In una fase così importante e delicata, su una delle principali testate europee ci si aspetterebbe di veder approfondire la problematica del momento, e soprattutto ci si aspetterebbe un altro modo di fare informazione al vasto pubblico, senza indulgere allo “strillo” di richiamo euroscettico.
Peraltro, dipingere in maniera totalmente fuorviante un’UE che decide sul Natale, oltre a essere tecnicamente sbagliato è anche molto insidioso. Basta dare un’occhiata ai dati dell’ultimo eurobarometro, che mostra come gli italiani siano ultimi in UE per quanto riguarda la fiducia nelle istituzioni comunitarie. Solo il 28% degli intervistati infatti ha sostenuto di avere fiducia nell’UE. È evidente che la narrazione di un’Europa distante, che impone dall’alto come gestire le prossime festività, non può che alimentare questo sentimento di lontananza e sfiducia.
Un’ulteriore illustrazione della deriva informativa anti-europea de La Repubblica è offerta da questa notizia del 25 novembre, secondo cui “Extracomunitari: il diritto agli assegni è esteso anche ai familiari che si trovano all'estero”. In primo luogo, la sentenza della Corte di Giustizia in oggetto è rilevante soltanto per i cittadini non europei regolarmente residenti in un Paese dell’Unione. In secondo luogo, la Corte si è limitata a stabilire che nel calcolo dei diritti a una prestazione familiare, i familiari del soggiornante di lungo periodo che risiedono in un Paese terzo debbono essere presi in considerazione. La ratio è quella di evitare un trattamento discriminatorio tra i cittadini europei con familiari in un Paese terzo ed i cittadini non europei che risiedono regolarmente in un Paese dell’Unione ed hanno familiari in un Paese terzo. Nella misura in cui entrambe le categorie versano i loro contributi al gettito statale, hanno diritto a ricevere il medesimo trattamento.
Confidiamo quindi in un’attenzione maggiore ai rischi che tali dinamiche possono rappresentare per il futuro del Paese, una narrazione giornalistica responsabile nella consapevolezza che si debba continuare a tendere all’obiettivo di rafforzare un’opinione pubblica critica, capace di leggere e pensare europeo.
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(*) Testo di Eliana Capretti e Alberto Alemanno sostenuto e promosso dalla Campagna di informazione sull'Europa