Il 9 ottobre si è tenuta la ventunesima edizione della Marcia della Pace e come Giovani Federalisti Europei ci siamo uniti a quel fiume di persone, che hanno percorso a piedi la distanza, di 24 km, tra Perugia ed Assisi.
La marcia, partita nella nebbia, è proseguita sotto un cielo limpido che dava risalto alle bandiere di tantissime diverse associazioni, agli striscioni, ai colori, alla moltitudine di partecipanti, uniti dal desiderio di mettere al centro dell’attenzione generale l’orrore della guerra e la speranza nella pace.
È evidente il legame fortissimo che lega il Movimento federalista alla Marcia, e quanto questa sia uno dei luoghi più fertili per portare il nostro messaggio. È difficile da descrivere l'emozione di potersi confrontare continuamente con i ragazzi delle altre associazioni o di poter discutere anche con alcuni parlamentari europei, come l’onorevole Cecile Kyenge, durante la Marcia.
Chi sente la pace come esigenza, chi partecipa alla Marcia, crede in un’identità plurale. Ed è sull’identità plurale che si fonda l’idea federalista: sulla consapevolezza che ciascuno di noi non è chiuso in un solo, ristretto, gruppo di appartenenza, che non c’è esclusività, ma che anzi siamo animati da diverse appartenenze. Ci si può sentire parte della propria città, del proprio paese, di una comunità come quella europea, e, come esseri umani, del mondo intero.
La pace è il motore originario della riflessione federalista. Alla fine del 1700 il primo stato federale è nato per impedire che le colonie americane, conclusa la guerra d’indipendenza, cadessero in un susseguirsi di conflitti. Sempre alla fine del 1700, il filosofo Kant scriveva che una federazione di stati è premessa fondamentale per il raggiungimento e il mantenimento della pace. E poi è proprio la pace in Europa, dopo il disastro della seconda guerra mondiale, il sogno che ha animato la battaglia del federalismo europeo.
Ad oggi, l’Unione Europea ci sta donando un lungo periodo di pace, un tempo impensabile per un continente da sempre in guerra. Ma come federalisti crediamo che questo non basti.
Nell’assetto attuale, ancora essenzialmente confederale, gli stati continuano a contrapporre i loro singoli interessi politici e nazionali, a portare avanti una logica miope ed egoistica. Così prevale necessariamente il volere dei più forti, nell’incapacità di risolvere i problemi che stanno mettendo in crisi la stessa idea di cittadinanza europea: come può questa situazione essere compatibile con il desiderio di pace, di solidarietà e di bene comune? Il Parlamento - vera espressione dei cittadini - e le altre istituzioni europee seguono le “linee guida” dei vertici di capi di stato e di governo. Con una così evidente carenza di democrazia, come possiamo pensare di essere un modello di integrazione pacifica per il mondo?
L’Unione per com’è adesso si sta mostrando assolutamente inadatta ad affrontare le numerose problematiche di questi ultimi anni, che certamente impediscono di sognare un futuro di pace in un’unica comunità di destino per tutti gli europei: la crisi economica, l’allarme terroristico, il flusso dei migranti…
Il volantino dei giovani federalisti europei distribuito durante la Marcia Perugia Assisi
Ma per quale motivo l’Unione non è in grado di agire?
Perché non ha gli strumenti necessari per farlo: quelli che avrebbe se avesse una struttura sovranazionale. L’Unione deve completare l’integrazione politica, riunire gli stati in una federazione. L’alternativa opposta, quella per i singoli stati di rinchiudersi nei propri confini, non può permettere di risolvere crisi così ampie e sarebbe l’inizio di una probabile tragedia che ci riporterebbe un secolo indietro.
Per la nostra generazione, il concetto stesso di confine, di muro, è naturalmente ostile agli ideali che abbiamo, formatisi alla fine delle guerre mondiali e dopo il crollo del muro che per decenni è stato il simbolo della divisione dell’Europa: quello di Berlino.
Abbiamo voluto portare alla Marcia la nostra chiave di lettura della realtà, perché crediamo che l’idea federalista sia necessaria per perseguire un mondo senza conflitti. Per dare un futuro alla nostra generazione e alle prossime che verranno, per portare questa battaglia insieme ai cittadini europei, abbiamo chiesto a tutti di vederci a manifestare anche il prossimo 25 marzo. Non lasciamo che l’impegno della Marcia si concluda ad Assisi, proseguiamo insieme a manifestare anche a Roma per un cambio di rotta dell'Europa contro chi vorrebbe distruggere questo sogno di pace sul nostro continente.
Flavia Levrero