Il vento cambia in Baviera, in Belgio e nel Lussemburgo ma il vento non soffia nella direzione che avrebbero voluto Salvini e Di Maio. In un voto nazionale (Lussemburgo), regionale (Baviera) e locale (Belgio) il maggiore aumento in voti e seggi spetta ai Verdi che hanno fatto campagna per un’Europa più unita, più democratica, più accogliente e più solidale. In Lussemburgo si conferma il governo uscente formato da Socialisti, Verdi e Liberali che aveva mandato all’opposizione il partito di Jean Claude Juncker sospettato di connivenza fiscale con le multinazionali. In Belgio l’estrema destra arretra e prevalgono in Vallonia governi locali con Socialisti e Verdi segnando una battuta di arresto per il governo del liberale Michel criticato per la sua arrendevolezza nei confronti del partito nazionalista fiammingo. In Baviera la destra dell’AFD, inutilmente corteggiata in Italia da Lega e 5 Stelle, entra nel Landtag ma deve accontentarsi di un modesto quarto posto relegata all’opposizione così come era avvenuto per l’estrema destra svedese. Escono sconfitti dalle urne i partiti alleati a livello federale nella Grande Coalizione ma anche qui i Verdi raddoppiano voti e seggi.
È un segnale importante di un’Unione che potrebbe cambiare rotta nelle elezioni europee del maggio 2019 non virando nella direzione di sovranisti uniti solo per disintegrarla ma prendendo il largo per una comunità più forte della somma degli Stati nazionali. Ciò sarà possibile se gli innovatori saranno alleati in una coalizione per sconfiggere nello stesso tempo i partiti che vogliono conservare l’Unione così come essa è oggi e i movimenti che vogliono demolirla per tornare alla vecchia Europa di apparenti sovranità nazionali.