La decisione della Procura di Locri di porre agli arresti domiciliari il Sindaco di Riace Domenico Lucano e il divieto di dimora per la sua compagna rappresentano una nuova e grave tappa dell’azione che si è sviluppata in Italia non per impedire una politica di accoglienza ma per ostacolare azioni di inclusione di immigrati nella nostra società nell’interesse loro e del nostro paese.
Da questo punto di vista il Sindaco di Riace è stato ed è un modello in tutta Europa e anche nel mondo e la decisione della Procura di Locri, certamente in linea con il Contratto di governo siglato da Lega e dal Movimento 5 Stelle, concerne non soltanto il nostro paese ma l’intera Europa.
Al di là di un sorprendente comunicato stampa, leggeremo attentamente le motivazioni che hanno spinto la Procura di Locri a dettare questa ordinanza innanzitutto per vedere in che misura le violazioni di legge che gli sono state contestate autorizzano un provvedimento della limitazione delle sue libertà.
Questa ordinanza si iscrive del resto nel quadro più ampio di un decreto legge che ha tra le sue priorità quella della sostanziale cancellazione del metodo degli SPRAR che, fatte salve alcune eccezioni, hanno consentito in questi anni di formare cittadini dei paese terzi affinché essi possano contribuire allo sviluppo della nostra società.
La sostanziale cancellazione degli SPRAR toglierebbe lavoro a 40.000 giovani volontari che, grazie a questa attività, sono stati sottratti in alcune regioni del Sud al ricatto della criminalità organizzata
su cui avrebbe dovuto concentrarsi l’azione del Ministro degli Interni che ha invece dedicato questi 4 mesi a occuparsi esclusivamente del tema dell’immigrazione violando leggi dello stato, disprezzando principi e valori dell’Unione europea con un’invasione di campo dei poteri di altri ministri che avrebbe dovuto essere sanzionata dal Presidente del Consiglio e dal Presidente della Repubblica.
Noi chiediamo che questi temi siano messi al centro delle iniziative del prossimo fine settimana a Perugia ed Assisi perché non c’è pace senza diritti e non ci sono diritti senza vera giustizia.
Come scrisse Martin Luther King dal carcere di Birmingham nel 1963 «L'ingiustizia che si verifica in un luogo minaccia la giustizia ovunque», ricordandoci anche che la disobbedienza civile è giustificata dalla presenza di leggi ingiuste e che «una legge ingiusta non è legge»