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Audizione di Zuckerberg al Parlamento europeo

Sono trascorsi ormai numerosi anni dalla nascita di Facebook, avvenuta nel 2004. Inizialmente nato solo per studenti universitari, il social si è esteso fino a divenire di successo globale e fonte di comunicazione, ma tutti i periodi giungono prima o poi all'inevitabile tramonto.

I social sono oramai una parte fondamentale dell'informazione e della vita quotidiana di ognuno di noi (salvo eccezioni), proprio per questo potrebbero essere una delle cause del crescente propagarsi di ideologie nazionaliste.

Con il passare degli anni sono nati sempre più social, eredi del capostipite Facebook, quasi tutti con scopi differenti, ma ognuno di loro in grado di connettere persone ai lati opposti del mondo. Da un punto di vista metaforico si potrebbe dire che sono effettivamente l'utopistico mondo del futuro, dove chiunque può connettersi e parlare con persone di altre nazioni ignorando i confini politici o fisici che ci separano, un mondo che ha già una sua valuta, ovvero il Like.
Lo stesso creatore di Facebook Mark Zuckerberg tempo prima dello scandalo Cambridge Analitica aveva parlato di utilizzare il social come luogo della cittadinanza globale. Ma ciò poteva funzionare su Facebook finché fosse stato realmente possibile imbattersi per sbaglio in persone distanti intere nazioni da noi, facendo da specchio appunto ad un utopistico futuro senza confini politici.

Tuttavia fu lo stesso Facebook a distruggere erroneamente attraverso gli algoritmi ciò che avrebbe potuto rappresentare. Aggiungendo algoritmi per permettere a chiunque di trovare più facilmente notizie che potrebbero interessargli si è arrivati all'inevitabile conclusione di passare dalla visione di un social globale alla creazione di migliaia di minuscole realtà chiuse, realtà social dove l'utente su 10 post magari ne troverà 8 di suo gradimento (non è un dato concreto, solo una supposizione basata sugli algoritmi). Ciò poteva magari non essere totalmente sbagliato se non fosse per il punto di vista politico. Se una persona mette mi piace a 4-5 fake news sulle politiche migratorie in cui si parla di "invasione", ciò genererà un crescente apparire di post simili sulla sua bacheca e probabilmente una diminuzione di post in cui si sfatano le fake news sull'argomento (compromettendo la buona informazione). A quel punto vedendo nella cupola della propria vita social solo post del genere, è quasi automatico che l'individuo finisca per credere realmente alle fake news e di essere parte di una maggioranza quasi assoluta, proprio perché gli algoritmi gli impediranno di avere altre visioni sul mondo.

Facebook, non più social globale bensì "insieme" di visioni sempre più separate del mondo, si avvicina sempre più al proprio tramonto che verrà causato probabilmente dal semplicissimo salto generazionale. Mano a mano che le generazioni andranno avanti troveranno in Facebook realtà sempre più chiuse a causa degli algoritmi, dove a causa dei gruppi delle varie realtà, il cosiddetto "pensiero differente", sarà sempre in minoranza scomparendo; realtà che proseguiranno negli stessi discorsi ripetitivi fino al raggiungimento della semplice banalità e dunque, senza nient'altro di nuovo da vedervi, le nuove generazioni abbandoneranno il social migrando verso altri, lasciandolo in balia del tramonto di ciò che generò un'era (o almeno così suppongo).

Autore
Leonardo Ceccarini
Author: Leonardo Ceccarini
Bio
Leonardo Ceccarini, giovane scrittore originario del Nord del Lazio, si dedica allo storytelling fin da tenera età. Coinvolto anche in iniziative di promozione della lettura tramite i mezzi di comunicazione sociale, Leonardo nutre diversi interessi in ambito culturale verso il mondo in evoluzione che lo circonda, così come verso i contesti e le sfaccettature della dimensione giovanile in aree molto lontane, pur mantenendo un forte radicamento e impegno per lo sviluppo territoriale della sua terra di origine: la Tuscia.
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