Certo, Antonio non è morto a causa delle sue idee europeiste poiché il suo assassino non le conosceva.
Non di meno Antonio è morto perché si trovava a Strasburgo e stava cercando di spiegare ai cittadini europei come funziona il Parlamento europeo e qual'è il valore aggiunto del progetto europeo.
In un momento in cui gran parte dei media divulgano fake news sulle attività delle Istituzioni europee (a Bruxelles ci sono "grafomani" che scrivono letterine e "burocrati non eletti da nessuno" - come se il nostro Presidente del Consiglio e il Ministro dell'Economia che hanno trattato la manovra finanziaria con i "burocrati" e "grafomani" europei fossero stati eletti da qualcuno), un giornalista che cerca di dire la verità e spiegare ai cittadini il funzionamento concreto delle Istituzioni europee merita di venire considerato un "eroe" del progetto europeo.
Tanto più se, opponendosi alla propaganda nazionalista, dimostra il suo attaccamento ideale al valore morale del progetto europeo e alla costruzione degli Stati Uniti d'Europa.
Coloro che si indignano a torto per chi dimostra il suo affetto ad Antonio e ne celebra la sua fede europeista sono gli stessi che diffondono informazioni false e tendenziose sul significato del progetto europeo e sulle attività dei " burocrati" e "grafomani" europei.
Forse questi sedicenti giornalisti qualificherebbero di propaganda europeista anche l'affermazione di Montesquieu secondo cui "se qualcuno mi proponesse di fare qualcosa che si rivelasse utile alla mia patria ma pregiudizievole per l'Europa la considererei come un crimine".