Nella sua lettera al Foglio del mercoledì 13 Aprile, in risposta ad un manifesto di Enrico Letta, la Presidente di Fratelli d'Italia consacra un passaggio delle sue argomentazioni ai federalisti europei per i quali la risposta ai problemi comuni sarebbe sempre la stessa, vale a dire “più Europa” e prosegue affermando che “il rischio della loro impostazione dogmatica é che, invece di rafforzare il sogno di un'Europa dei popoli unita, forte e libera, finiscano per indebolirlo fino a distruggerlo”.
In quanto Segretario generale del Movimento europeo, nato nel 1948 per contribuire alla realizzazione del progetto europeo per un'Europa libera e unita, quale propugnato da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi nel Manifesto di Ventotene e da altri padri fondatori, fra i quali ricordo Luigi Einaudi nei suoi scritti su “La guerra e l'unità europea” del 1919, non ho titolo né interesse per intervenire nella polemica tra i responsabili dei due maggiori partiti italiani. Credo di avere invece sia titolo che interesse per contestare un'interpretazione della dottrina del federalismo europeo che non corrisponde alla realtà.
I critici del federalismo europeo amano dipingere i fautori di tale dottrina o movimento di opinione come i difensori di un fantomatico “super-Stato europeo” che vorrebbe annullare o sopprimere le identità nazionali, mentre l'obiettivo ultimo dei federalisti è di mettere fine alla divisione dell'Europa in Stati nazionali sovrani, dove la parola chiave non è quella di “Stati nazionali” ma di Stati “sovrani”, la cui sussistenza ha condotto e rischia ancora di condurre alle guerre fratricide tra i popoli europei. Era quella la critica di Luigi Einaudi di un secolo fa quando qualificava gli Stati sovrani come “polvere senza sostanza”.
Se la Presidente di Fratelli d'Italia avesse approfondito le sue conoscenze della teoria federalista, avrebbe scoperto che la teoria federalista propone una suddivisione del potere dal basso verso l'alto seguendo il principio di sussidiarietà propugnato dalla dottrina cattolica e fatto proprio dal federalismo. Secondo tale principio, la soluzione dei problemi va ricercata nei livelli di decisione più vicini ai cittadini. A problemi locali, soluzione locale. Laddove il problema è nazionale, va risolto a livello nazionale. Se il problema fosse europeo o mondiale andrebbe risolto a livello europeo o mondiale. Pertanto i federalisti chiedono di attribuire all'Unione europea le sole competenze che permettessero la soluzione efficace dei problemi che si pongono e vanno risolti a livello europeo. Niente a che vedere con la creazione di un “super-Stato” europeo.
Mi permetta un'ultima chiosa della lettera di Giorgia Meloni. Ma dove risulta che l'Unione europea cerca di intromettersi in temi di competenza nazionale quali il diritto di famiglia e l'educazione dei figli ? A me risulta invece che nelle Unioni federali di Stati quali gli Stati Uniti, gli stati federati hanno legislazioni diverse su problemi quali l'aborto o l'educazione scolastica. Sarebbe invece molto strano se l'Unione europea non cercasse di far applicare da tutti i suoi Stati membri i diritti fondamentali riconosciuti dai Trattati e dalla Carta dei diritti fondamentali che rappresentano i valori fondamentali nati nel continente europeo dalla Magna Carta alle varie Dichiarazioni universali.