In Italia ci sono molti federalisti, devono solo unire le loro forze e svolgere azioni efficaci.
Negli ultimi mesi nessun politico italiano si è speso per la causa federalista come Laura Boldrini. Da diverso tempo ammonisce che è necessario rilanciare il progetto europeo per evitare che il Vecchio Continente sprofondi in un nazionalismo sterile e pericoloso, in autunno insieme ai suoi omologhi francese, lussemburghese e tedesco ha sottoscritto un documento che sostiene la necessità di nuovi progressi dell’Unione Europea che potrebbero anche comportare un’evoluzione federale e adesso propone una consultazione popolare sulle attuali carenze, sull’assetto istituzionale e sulle prospettive future dell’Unione Europea (1). Quindi la presidentessa della Camera vuole caratterizzare il suo mandato con un significativo impegno per la Federazione Europea e vuol fare seguire azioni concrete alla dichiarazione sottoscritta con i suoi tre omologhi.
In questi giorni si sta muovendo anche qualche rappresentante di rango ministeriale. Il ministro degli esteri Paolo Gentiloni sostiene la necessità di una più stretta integrazione tra i paesi fondatori. Sarebbe assai positivo se Gentiloni unisse le sue forze con quelle di Laura Boldrini. Inoltre la proposta del ministro Padoan di istituire un sistema di assicurazione contro la disoccupazione dell’Unione Europea (o dell’area euro) renderebbe l’Unione Europea/Area Euro sempre meno simile ad una tradizionale organizzazione internazionale e sempre più simile ad una federazione. Sottolinea acutamente l’europarlamentare Daniele Viotti che un meccanismo di assicurazione contro la disoccupazione sarebbe un primo e fatidico passo verso una fiscalità autonoma dell’Unione Europea/dell’area euro. L’Europarlamentare Brando Benifei, membro del Comitato Centrale del Movimento Federalista Europeo senza mezzi termini afferma la necessità di una federazione europea a partire dall’area euro
Infine il passaggio di Renzi a Ventotene ha un significativo valore simbolico, sarà compito dei federalisti chiedere al primo premier in carica passato a Ventotene azioni coerenti con le sue dichiarazioni spinelliane.
Come ho avuto modo di sottolineare al congresso di Ancona di marzo ed al comitato centrale di Novembre ci troviamo di fronte a sfide gigantesche, da un lato c’è la crisi economica caratterizzata dal PIL che non riparte, dalla disoccupazione elevata e dal rischio di nuovi terremoti finanziari, dell’altro vi è il Brexit che qualcuno definisce l’ultimo chiodo sulla bara dell’Europa Unita (2). Tale contesto fa crescere la polarizzazione tra euroscettici che vogliono tornare indietro e progressisti che vogliono andare avanti. I federalisti devono inserirsi in modo forte e netto in questo dibattito, cercare di coinvolgere tutti i progressisti di diverse estrazioni politiche, dare concretezza al “necessario andare avanti” a cui fanno riferimento molti politici nazionali con diverso grado di concretezza, che oggi appare a molti un’utopia ma che è molto più fattibile dei ritorni al passato.
Approfondimenti:
1) D. PIRONE, Unione Europea, Boldrini lancia la consultazione popolare sul sui destino, Il Messaggero 4 febbraio 2016
2) B. GUETTA, Cosa succederebbe se davvero Londra lasciasse l’Unione Europea? France Inter, tradotto in italiano dall’Internazionale il 5 Febbraio 2015