Visto che sull'Europa ho finora scritto tre libri (due di 500 e 550 pagine, l'altro – scritto nel 1989 per la Cgil – più corto) sarò qui breve nell'esprimere alcune riflessioni, ispiratemi da Altiero Spinelli - antifascista, grande europeista e federalista, che ci ha lasciato 30 anni fa, dopo una vita intera dedicata alla libertà e all'impegno.
Il mondo cambia (ho tentato di mostrarlo, in particolare, anche nella mia Introduzione all'Unione europea Oltre la sfida del 2014). Basti qui pensare all'Agenda digitale - e alla cosiddetta quarta rivoluzione industriale (v. Industria 4.0, Internet of Things, Digital fabrication, e tutti i nuovi tipi di lavoro, che ne deriveranno a condizione di una formazione adeguata, ecc.) - o alle innovazioni insite in un'economia verde e sostenibile, o ancora ai cosiddetti Paesi emergenti (tra l'altro, con tradizioni di diritti, e diritti umani, tra loro diversi) alla globalizzazione, alle vere cause dei troppi conflitti in essere e alle loro conseguenze, ecc. ecc..
In questo mondo che cambia – per essere all'altezza delle sfide, e anche per poter salvaguardare i veri valori europei (tornando ai valori dei padri fondatori) – di certo servirebbe più Europa ( e non meno Europa). Ma, in realtà, oggi, siamo dinanzi a un bivio:
1. Brexit, ipotesi di altri Referendum analoghi in altri Paesi membri dell'Unione europea, populismi anti/europei nazionalisti xenofobi e razzisti (spesso ispirati solo da interessi elettorali), voglia di nuovi muri, e la possibilità di una vera e propria disgregazione dell'Unione europea
2. o una decisione a favore di un vero salto di qualità e un forte rilancio del Progetto europeo.
Considerando che l'Unione europea odierna tale quale è non si mostra all'altezza delle sfide che è chiamata ad affrontare, e rischia una disgregazione proprio in un momento storico in cui servirebbero più Europa (e non meno Europa) - e un'Ue diversa - sono, senza ombra di dubbio, tra i partigiani della seconda strada. Ed è questa la ragione per cui sono qui oggi, a Ventotene, per la commemorazione di Altiero Spinelli.
L'”idea di Europa” comincia a delinearsi nel cinquecento, prende corpo e fisionomia nel settecento e acquisisce una fisionomia pressoché definitiva nel corso del diciannovesimo secolo, dapprima cozzando contro l'idea di nazione e poi assorbendola e rielaborandola.
Il progetto di un'Europa "libera e unita" - immaginato da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni, Ursula Hirschmann e Ada Montanari a Ventotene nel 1941 - ha attratto le nuove democrazie nazionali nel dopo-guerra ed ha accelerato la fine dei totalitarismi fascisti in Grecia, Portogallo e Spagna e dei totalitarismi comunisti nell'Europa centrale e orientale.
Lo spunto iniziale del Manifesto di Ventotene (steso, nel 1941, da Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni - esiliati sull'isola di Ventotene - con Ursula Hirschmann) è la constatazione della crisi dello Stato nazionale che – fondendo insieme Stato e nazione – ha accentuato tendenze autoritarie (all'interno dei confini nazionali) e tendenze aggressive (sul piano internazionale). Per contrastare entrambi queste tendenze, il Manifesto suggerisce (tra l'altro) di riorganizzare in senso federale l'Europa.
La sua prima idea politica fondamentale – scriveva in un suo commento lo stesso Spinelli - “era che la federazione (europea) non era presentata come un bell’ideale, cui rendere omaggio per poi occuparsi d’altro, ma come un obiettivo per la cui realizzazione bisognava agire ora, nella nostra attuale generazione. Non si trattava di un invito a sognare, ma di un invito ad operare”.
Più tardi, nel 1984 - su impulso dello stesso Altiero Spinelli (che nel processo d'integrazione europea graduale, ispirato dall'imperante modello funzionale, ha sempre saputo cogliere opportunità favorevoli alla costruzione degli Stati Uniti d'Europa) – il primo Parlamento europeo eletto a suffragio universale ha adottato il “Progetto di trattato che istituisce l'Unione europea”. Come si ricorderà – allora - la risposta dei governi è poi stata l'adozione dell'Atto unico europeo (il famoso “topolino che esce dalla montagna”).
Spinelli non si scoraggiò perché “il valore di un'idea – amava precisare - prima ancora che dal successo finale è dimostrata dalla sua capacità di risorgere dalla proprie sconfitte”. E ha continuato la sua azione.
Comunità europea o Unione europea? - Il nazionalismo è stato sconfitto dalla seconda guerra mondiale, ragion per cui il 25 marzo del 1957, gli Stati nazionali hanno dato inizio al processo d'integrazione europea sulle macerie della seconda guerra mondiale. Sei Paesi (Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo,Paesi Bassi) hanno deciso di creare la Comunità economica europea (CEE o Cee), con cui nascono due obiettivi: il Mercato comune europeo, cioè la libera circolazione fra i Paesi membri di persone capitali merci e servizi, e il riavvicinamento delle politiche economiche.
Nel 1992, con il Trattato di Maastricht o Trattato sull'Unione europea (che tra l'altro prefigura l'Unione economica e monetaria, ed una moneta europea unica), la CEE è ri-definita Comunità europea e diventa il primo dei 3 Pilastri dell'azione dell'Unione europea (il secondo è la Politica estera e della sicurezza comune e il terzo è la Giustizia per gli affari interni).
Successivamente, dopo il No dei francesi e degli olandesi al Progetto di Trattato costituzionale, con il Trattato modificativo di Lisbona (preceduto da altre riforme dei trattati - adottato nel 2007 e entrato in vigore nel 2009) la Comunità europea è assorbita dall'Unione europea: il Trattato sull'Unione europea mantiene il titolo, invece il Trattato che istituisce la Comunità europea è ri-denominato Trattato sul funzionamento dell'Unione.
Dal Trattato di Lisbona esce un'Europa con maggiori possibilità d'iniziativa dei cittadini, ma a più velocità e – che si tratti di sociale, difesa, Schengen ecc. - a geometria più variabile di prima. Ne esce una Carta dei diritti fondamentali, traslocata dai Trattati, ma dotata dello stesso valore giuridico dei trattati. Ne esce un nuovo Sistema istituzionale, farraginoso e costoso . Il Consiglio europeo e la Banca centrale europea vengono promossi al rango di istituzioni UE. E vengono previsti due nuovi incarichi: un Presidente stabile del Consiglio europeo e un Alto Rappresentante dell'Unione degli affari esteri e la politica di sicurezza. Ne esce un'UE che supera l'architettura dei tre pilastri, definisce le competenze dell'UE e introduce un nuovo diritto di recesso. La co-decisione viene estesa, anche se l'unanimità resta in settori essenziali. La Cooperazione rafforzata tra 9 o più Stati è resa più facile. Vengono resi possibili progressi in vari campi.
A oggi, il Metodo comunitario (basato sul dialogo a tre del triangolo Parlamento-Consiglio-Commissione europea), il Metodo del coordinamento aperto e il Metodo inter-governativo coesistono.
Ma c'è troppo poca Europa (ed Unione) in questa Unione europea delineata dal trattato di Lisbona.
Per superare le attuali derive - inter-governativa e nazionaliste – c'è da ritrovare innanzitutto il sentimento di appartenenza a una stessa Comunità, la Comunità dei cittadini europei; e – direi – anche il vero spirito spinelliano....
In altri termini, per costruire l'Europa federale non basta l'ingegneria istituzionale, anche se questa (oggi più che mai) resta essenziale.
Servono conoscenza di cosa si parla, consenso, partecipazione, idee, e soprattutto un'UE capace di dare risposte per risolvere i veri problemi cui noi cittadini ci troviamo confrontati.
L'Unione europea (oggi circondata da conflitti) ha finora garantito la pace, almeno tra i suoi Paesi membri.
Ed ha (tra l'altro) adottato la Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori (1989) e, più recentemente (con il Trattato modificativo di Lisbona) la Carta dei diritti fondamentali; e la decisione (per i diritti civili) di fare aderire l'UE alla Cedu (Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali) del Consiglio d'Europa (con questa adesione – poi contestata dalla Corte di giustizia Ue – i cittadini europei potrebbero fare ricorso anche contro le istituzioni dell'Unione).
Il problema è che questi diritti – troppo spesso - non vengono veramente applicati. Oggi c'è, quindi, da saperne tutelare l'applicazione. E c'è anche da sapere estenderli a chi ne è privo (penso ai lavoratori precari, ai giovani che rischiano di non avere una vera pensione decente, ai profughi degli attuali esodi biblici ecc.).
Mai più di oggi, le conquiste politiche e sociali europee sono - per crisi, austerità e liberismo - sotto attacco.
Ma... i diritti fondamentali vanno tutelati, ed estesi a chi ne è privo. E tutti dovremmo impegnarci affinché - su una logica di mera finanza e profitto - prevalgano giustizia sociale, libertà, sviluppo (anche sociale) e benessere diffuso.
La stessa Carta - sulla quale la Cgil sta raccogliendo le firme necessarie alla sua presentazione come Proposta di legge d'iniziativa popolare, a livello nazionale - va in tal senso.
Ma, per tutto questo, serve cittadinanza attiva, quindi un'opinione pubblica consapevole.
“L'Europa non cade dal cielo” - scriveva giustamente lo stesso Spinelli. Occorre, quindi, anche una vera e propria mobilitazione popolare. In Italia, il Movimento europeo, ha deciso di avviare un'azione popolare per combattere - insieme alla disgregazione nell'Unione e dell'Unione - i fenomeni razzisti che stanno emergendo in molti paesi europei, per contribuire a creare un'opinione pubblica europea e per gettare le basi di un'alleanza di innovatori in tutta l'Unione (il primo atto di questa azione popolare è stato compiuto a Ventotene e al carcere di Santo Stefano, il 21 e 22 maggio 2016, giornate di ricordo - a 30 anni dalla sua morte - di Altiero Spinelli).
Trovo interessante i suoi “Processi” all'Europa, nelle scuole e nelle università (qualcuno, a Ventotene, suggeriva anche di non dimenticare i Centri per anziani ). In merito, sarebbe cosa utile - magari con un Progetto europeo - riuscire ad organizzare questo tipo di “Processi” (in modo capillare e sistemico) almeno in tutto il nostro Paese e (meglio sarebbe) in tutti gli altri Paesi membri dell'Unione. Da questo tipo di esercizio (grazie anche ai lavori preparatori) potrebbero nascere anche approfondimenti, nuove idee, e nuovi imput.
Inoltre, potrebbe, forse, essere utile per avvicinare l'Europa ai cittadini, ri-pensare e ri-creare un Team Europe di Conferenzieri europei (non docenti universitari) sull'Unione europea e le sue politiche (persone con competenze certe - e verificabili sulla base di parametri da definire) coordinati (e retribuiti) dalla Rappresentanza della Commissione europea in Italia. In Italia - anni fa - il vecchio Team Europe è stato soppresso. Invece - in altri paesi dell'Unione – continua tuttora ad esistere.
Mai più di ora, in tutti i Paesi membri dell'Ue c'è da mobilitarsi – e c'è da agire (l'Europa non cade dal cielo”) - affinché si consolidino, un'opinione pubblica, e una vera volontà politica che (superata l'attuale crisi) consenta passi decisi, in particolare, verso queste priorità :
1. più Europa (e non meno Europa) ed un'Unione europea, diversa, mettendo in cantiere anche una revisione delle attuali istituzioni UE per un vero salto di qualità
2. un'Europea dei diritti (della persona, dei lavoratori e dei cittadini) e del Progresso - anche sociale - da noi e nel resto del mondo; libertà e libera circolazione, quindi, ma anche diritti (umani e fondamentali) esigibili, tutela dei consumatori e dei risparmiatori, dialogo sociale e sane relazioni industriali, ecc.
3. un'Europa, quindi, che sappia contrastare razzismo, terrorismo, e rischi di fascismi e totalitarismi, ma anche logiche di sola cieca austerità, o di sola finanza e profitto. A oggi, il Piano di investimenti Juncker resta insufficiente, e sulla carta. Bisogna puntare su più investimenti, su crescita e anticipazione dei cambiamenti, sullo sviluppo (verde sostenibile digitale sociale ecc.) e su Servizi pubblici di qualità, ecc. anche se - intanto - non c’è accordo al G7 sul superamento della politica di austerità che sta danneggiando l’economia europea. Le posizioni della cancelliera Angela Merkel non cambiano, nonostante le spinte che provengono da più parti. Renzi cerca la sponda nel presidente americano uscente Obama, mentre Cameron schiera la Gran Bretagna accanto alla Germania. In Giappone, al padrone di casa Shinzo Abe, a Barak Obama, Matteo Renzi e François Mitterand sul fronte della crescita (“basta austerity”) si è aggiunto anche il Canada. La previsione di crescita dell'OCSE per il 2016 è al 3%, tra l'altro, condizionata dal rallentamento di economie emergenti (quali la Cina) e persino da recessioni brutali (ad es. in Brasile o in Russia).
4. la creazione di un esercito comune, europeo, per economie di scala e vera capacità di innovazione tecnologica
5. una Politica estera, e di sicurezza, comune; una vera Politica europea dell'immigrazione, e una Cooperazione che sappia mettere in primo piano rispetto dei diritti umani, costruzione di utili infrastrutture, creazione di lavoro dignitoso, cooperazione anche industriale ecc.; una revisione della Politica di vicinato.
Non si parte da zero.
Ma si può fare meglio, e di più, a condizione di non scegliere - piuttosto che la strada di Migration compact e di Politiche comuni all'altezza delle sfide - la via di pericolosi e miopi nazionalismi, e la strada della costruzione di nuovi muri, o di brutti accordi (tipo quello Ue-Turchia). In merito al Migration compact - il prossimo 15 giugno - su proposta della Cgil, in Italia, si terrà una importante riunione dei sindacati Ue, per puntare a una posizione comune.
Ricordare Altiero Spinelli e le idee del suo disegno utopico - quali l'edificazione di una “casa comune ” capace di costruire “ponti tra i popoli” e le nazioni, libertà sostanziata da conquiste politiche e sociali e diritti fondamentali, dialogo sociale per costruire una società basata su solidarietà e redistribuzione, ecc. (idee che restano tuttora un punto di riferimento importante nel processo d'integrazione europea) - ispira, ancora nel 2016, entusiasmo, voglia di volontariato, ed una reale spinta verso il senso giusto di marcia.
*Contributo di Silvana Paruolo (Membro dell'Assemblea del CIME) - in occasione della commemorazione di Altiero Spinelli (Ventotene maggio 2016)