di Giulio Saputo
Un momento storico
Come forse saprete, anche se purtroppo molto spesso queste notizie non hanno l'ampia risonanza mediatica che meriterebbero, lo scorso 14 settembre a Roma è stato firmato un importante documento a favore degli Stati Uniti d'Europa da parte dei Presidenti dei Parlamenti nazionali italiano, francese, tedesco e lussemburghese.
Per quanto il titolo della dichiarazione ("Più integrazione europea: la strada da percorrere) e i toni in generale non abbiano un contenuto strettamente federalista, il messaggio lanciato, se collocato in questo preciso momento storico, rimane assolutamente determinante. Mentre l'Europa vive la stagnazione economica e i drammi dell'immigrazione in una sorta di torpore, lasciando che il mondo bruci intorno ai suoi confini (e ormai anche all'interno), questa dichiarazione rappresenta senza dubbio una speranza di redenzione per i cittadini e i responsabili di governo europei.
Mentre in molti si ostinano a nascondere la testa sotto la sabbia o, peggio, reagiscono alla crisi sistemica che stiamo vivendo riportando su questo continente modi di operare che speravamo abbandonati ai tempi dell'ultimo conflitto mondiale (basti vedere i muri dell'Ungheria o i numeri identificativi in Repubblica Ceca), in questo testo si indica la via per un futuro che ci strappi da questa barbarie senza umanità in favore di un ritorno all'idea di Europa di pace, di diritti e di democrazia. Si ammette nel documento che il traguardo non è facilmente raggiungibile, eppure si individuano i problemi-chiave della crisi che sta affliggendo la nostra Unione. Non possiamo uscire dalla crisi economica né dall'emergenza sui profughi e i migranti economici senza una riforma dell'assetto istituzionale, senza la costituzione di un'unica politica europea per l'economia, per gli esteri e per l'immigrazione.
I federalisti, condannati ad essere troppo spesso delle Cassandre dei mali europei, finalmente potrebbero aver trovato dei nuovi interlocutori in una precisa finestra storica per l'azione. Inoltre, il fatto che all'inizio della cerimonia venisse citato il Manifesto di Ventotene e che la firma del documento sia stata incoraggiata dalla Presidenza della Camera dei Deputati a Roma fa ben sperare per un ritrovato ruolo di locomotiva dell'Italia nel processo di integrazione europeo. Molti governi si sono già chiaramente espressi sulla necessità di riforma dei trattati, ci auguriamo che sulla spinta dell'iniziativa splendida portata avanti da Laura Boldrini, il Governo italiano non si lasci scappare questa più che rara opportunità di dire la sua nel rilancio della costruzione degli Stati Uniti d'Europa.
Cosa ha fatto la GFE e cosa ancora si dovrebbe fare
Come GFE abbiamo immediatamente appoggiato questa iniziativa cercando di portare il valore aggiunto delle nostre parole d'ordine (costruite su decenni di battaglie per la Federazione europea) in sostegno al messaggio istituzionale dei quattro Presidenti.
Con un serio sforzo di mobilitazione e molta fatica da parte dei militanti (tutti assolutamente volontari) siamo riusciti in pochi giorni a coordinare a livello paneuropeo una campagna sui social network capace di dare più sostanza e risonanza alla cerimonia della firma presso la Camera Dei Deputati. Mentre alcune sezioni GFE in Italia sono riuscite anche a scendere in piazza per dei presidi e dei volantinaggi informativi su quel che stava accadendo in quelle ore a Roma, in sostegno coordinato alla campagna telematica che stavamo portando avanti, una volta ricevuto l'invito all'evento, abbiamo anche consegnato personalmente una lettera (che leggete sotto) alla Signora Presidente Boldrini richiedendo alla Segreteria della Presidenza un incontro privato e la possibilità di confrontarci sul futuro dell'Europa e sull'impegno per cercare di superare questo impasse sulla via tracciata da Spinelli nel Manifesto di Ventotene. L'azione è andata a buon fine e la Presidente della Camera è rimasta piacevolemente colpita dalle nostre istanze.
Dobbiamo dunque ringraziare la Presidente della Camera per la disponibilità e per l'appoggio che ci ha dato, pubblicando anche la nostra posizione sul suo sito personale (http://www.lauraboldrini.it/news/oltre-italia/gli-stati-uniti-deuropa-e-la-petizione-dei-giovani-federalisti-europei/#more-8231) e dando così voce a un messaggio politico strettamente federalista. Inoltre, la possibilità di un incontro entro la fine del mese alla Camera dei Deputati ci fa ben sperare per nuove prese di posizione future in favore della Federazione europea. Chiaramente non possiamo fermarci qui, siamo solo all'inizio di una possibile svolta, dunque, sull'onda di questo successo, presto cercheremo di spingere per un commento comune a questo documento che veda riunite tutte le sezioni nazionali JEF coinvolte per rilanciare il messaggio di questa campagna anche su un piano europeo.
Come ha scritto D'Argenio su Repubblica, "è caduto un tabù", ormai il termine "Stati Uniti d'Europa" è stato adottato anche dai Parlamenti nazionali. Il ruolo di noi federalisti non è mai stato quello di appiattirsi sui successi, ogni volta che una nostra parola d'ordine diviene parte del linguaggio politico, il segnale è chiaro: è il momento di alzare il tiro. Vuol dire che è arrivato il momento di aggiungere nuove e più ambiziose parole d'ordine ed obiettivi, è giunto il momento di rilanciare la battaglia verso l'inizio della fase federalista della storia, quella fondata su risposte che siano finalmente efficaci per l'Europa di oggi e di domani, col futuro lancio di una costituente per la Federazione europea.
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