I leader di Germania, Francia e Italia il 22 di agosto saranno a Ventotene e renderanno omaggio alla tomba di Altiero Spinelli, autore del Manifesto per una Europa libera e unita assieme ai compagni e alle compagne di confino Ernesto Rossi, Eugenio Colorni ma anche Ursula Hirshmann e Ada Montanari che lo portarono di nascosto in continente scritto in piccole cartine di sigarette e superando, a rischio della propria vita, i controlli fascisti. C’è solo un modo affinché la visita dei leader dei tre paesi fondatori dell’UE assuma un significato all’altezza delle aspettative del Manifesto scritto durante il confino politico.
I governi nazionali di Francia, Germania e Italia sono i principali attori verso cui addossare le responsabilità del caos e dell’anarchia in cui ci troviamo e della estrema debolezza del continente europeo. Pensare che l’Europa, se fosse unita, avrebbe vinto le Olimpiade di Rio appena concluse come ci ricorda il sito EU Medal Tracker (www.medaltracker.eu).
Dopo la Brexit l’UE è ai suoi minimi storici. L’Europa non è più vista come un fattore di progresso. Nuovi muri e fili spinati sono stati costruiti tra le frontiere europee nella speranza di governare i flussi migratori. Hollande, dopo gli attentati terroristici del novembre scorso, non ha chiesto una iniziativa europea ma ha proceduto con accordi bilaterali; Renzi, durante il semestre europeo presieduto dall’Italia, ha avuto la sola preoccupazione di mostrare che il nostro paese aveva fatto i compiti a casa mentre la Merkel perseverando nel tenere l’UE attaccata a politiche e meccanismi automatici di controllo delle economie nazionali sta aggravando la situazione piuttosto che migliorarla. Mentre gli Usa e la Cina adottano politiche espansive di segno opposto la Germania si ostina a far morire l’Europa di austerità con politiche ordoliberiste. Insomma di fronte a immigrazione, disagi sociali, disoccupazione, impoverimento della società europea, terrorismo senza frontiere, finanza globale e un clima alterato l’UE non riesce a uscire dalla stallo e i suoi leader principali non hanno una visione di lungo periodo per superare la tempesta e le crisi multiple che stanno rischiando di affondare il veliero europeo.
Se i governi di Francia, Germania e Italia, che rappresentano tre paesi fondatori, le maggiori economie europee e 200 milioni di cittadini europei ovvero il 40% del totale della popolazione europea, sono i principali ostacoli al raggiungimento della federazione europea essi sono anche gli attori che possono imprimere una svolta al processo di integrazione europea. La presenza di Merkel, Hollande e Renzi a Ventotene anche se per pochissimo tempo è altamente simbolica. Vengono sull’isola dove centinaia di confinati furono relegati dal regime fascista. Tra questi vi furono alcuni che seppero intravvedere la luce oltre le tenebre dei bombardamenti e dei milioni di europei morti a causa del nazionalismo e della divisione del continente europeo.
In quelle circostanze seppero avere una visione di lungo periodo e disegnare una proposta che potesse far convivere pacificamente tedeschi, francesi, italiani e gli europei tutti: gli Stati Uniti d’Europa. Il punto è proprio questo: se Spinelli, Rossi e Colorni seppero fare una proposta ardita in circostanze difficili dove la libertà di movimento e di pensiero era repressa Merkel, Hollande e Renzi non hanno scuse per impedire ulteriori passi nel processo di integrazione europea.
Siedono nello scranno più alto dei rispettivi paesi e hanno responsabilità nazionali, europee e financo mondiali (vedi G8) e devono dare risposte credibili alle preoccupazioni dei cittadini europei ma anche ai cittadini del resto del mondo: trovino il coraggio di proporre a tutti i cittadini europei e ai paesi che lo vorranno la creazione di una vera federazione europea con pochi poteri nei campi dove è necessaria l’unità europea: sicurezza e difesa, economia, lavoro e ambiente e con un bilancio federale adeguato. Non dico il 28% degli Usa ma neanche il ridicolo 1% attuale. E lo facciano con una dichiarazione solenne per gli Stati Uniti d’Europa dall’isola di Ventotene, vera e propria ultima spiaggia per l’Europa. E lo facciano seguire con un atto politico concreto da condividere con tutti i paesi UE sin dal primo appuntamento europeo di Bratislava a metà settembre.
In caso contrario la loro presenza sull’isola pontina e l’omaggio alla tomba di Spinelli sarà vista come una operazione di facciata, un selfie inutile e una offesa al federalismo militante che ha portato sull’isola da 35 anni migliaia di giovani europei a riflettere sul progetto europeo e a quelle persone che hanno dedicato la propria vita e sacrificato la propria libertà per l’ideale di una Europa libera e unita.
Se i tre leader europei faranno seguire alla passeggiata sul piccolo scoglio un atto politico concreto non saranno soli. Pochi giorni dopo sempre a Ventotene i giovani federalisti europei incontreranno come ogni anno, da 35 anni, giovani da tutta Europa durante il seminario organizzato dall’Istituto Spinelli e dal Movimento Federalista Europeo e, in questa occasione, sabato 27 agosto marceranno per gli Stati Uniti d’Europa assieme a Laura Boldrini e ad altri quattro presidenti di Parlamenti UE, che hanno sottoscritto la dichiarazione “Più integrazione europea: la strada da percorrere”. Una marcia simbolica che partirà da Piazzetta Europa, dove c’è la stele che ricorda l’allontanamento di Spinelli dal confino il 18 agosto 1943, e si concluderà al cimitero con un omaggio all’autore del Manifesto di Ventotene.
Ognuno di noi, ciascuno per le proprie responsabilità, deve porre il proprio granello di sabbia al servizio della causa europea. Come dice la Presidente della Camera nella sua presentazione della nuova edizione del Manifesto di Ventotene (Ultima spiaggia 2016, collana Granelli di sabbia) “In questo momento di crisi non è facile avere la stessa granitica certezza che seppero esprimere gli autori del Manifesto di Ventotene. Ma di una cosa, per quanto mi riguarda, sono assolutamente certa. Non voglio ritrovarmi un giorno, se mai diventerò nonna, a dover raccontare ai miei nipotini che «c’era una volta l’Europa: un grande spazio di pace, di libertà, di rispetto dei diritti. Ma i suoi abitanti e i suoi amministratori non seppero capirne il valore, e la lasciarono frantumare in tanti piccoli pezzi che oggi nel mondo non contano nulla». Sta a noi scrivere per questa favola un finale diverso.”