I governi hanno confermato la decisione, presa a giugno, di "attaccare militarmente gli scafisti". Tutti sanno che si tratta di un'operazione impossibile da realizzare (salvo la distruzione degli scafi sbarcati in Italia o Grecia), inutile e potenzialmente pericolosa. E' un'operazione demagogica che non è nemmeno condivisa dalla Marina Militare.
I governi hanno inoltre confermato il penoso accordo sulla redistribuzione di un numero drammaticamente limitato di profughi. Come ha scritto Andrea Bonanni su "La Repubblica", il rinvio della decisione (che il Consiglio avrebbe potuto prendere a maggioranza !) sulla nuova proposta della Commissione è il primo passo verso il suo fallimento.
Il fronte del rifiuto era formato dalla minoranza dei paesi della "nuova Europa" che dal 2004 hanno ampiamente usufruito della solidarietà corposa dell'Unione europea.
Infine è gravissimo che la maggioranza del Consiglio non abbia ufficialmente denunciato l'orientamento fascista del governo Orban.
Le organizzazioni per gli immigrati e più in generale della società civile devono preparare con urgenza una procedura che conduca il Consiglio davanti alla Corte di Giustizia se necessario attraverso le Corti e i Tribunali nazionali. Non è difficile fare l'elenco degli articoli violati del Trattato e della Carta a cominciare dalla cooperazione leale e dal contenuto di un ricorso in carenza. Ma la società civile deve chiedere al PE e alla Commissione di intervenire ad adiuvandum. Chiediamo l'aiuto e la consulenza di MEDEL la rete dei magistrati democratici in Europa e alle reti dei giudici di pace.
Segue il testo della:
DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DEL CIME
Molte e autorevoli voci si sono levate in questi mesi in Europa e nel mondo per chiedere ai 28 Governi degli stati membri dell'Unione europea di rispettare i trattati a partire dai valori e dai principi che essi hanno sottoscritto e che i loro popoli hanno ratificato.
A queste voci si era unito anche il Cime con la sua dichiarazione del 7 settembre.
Il Consiglio dei ministri degli interni si è chiuso ieri nel modo peggiore presentando alle opinioni pubbliche una immagine pietosa di fronte alla quale possiamo solo gridare: "vergogna!".
Le proposte pur modeste della Commissione Juncker sono state gettate con disprezzo alle ortiche. Per questa ragione la Commissione europea dovrebbe dimettersi collettivamente davanti al Parlamento europeo riunito in sessione plenaria chiedendo ai rappresentanti dei cittadini europei di rinnovarle la fiducia sulla questione essenziale (e cioè legata alla essenza dell'Unione) del rispetto dei valori della dignità umana e della solidarietà e smentendo solennemente con questo voto il fallimento dei governi.
Poiché il Consiglio ha ripetutamente violato il Trattato e la Carta dei diritti fondamentali, le organizzazioni della società civile dovrebbero ricorrere alla Corte di Giustizia dell’Unione europea per chiedere una condanna urgente del Consiglio dell’Unione europea.
Pier Virgilio Dastoli
Roma, 15 settembre 2015