Il ministro degli interni italiano dichiara che "l’Europa non rispetta i patti" ma l’Unione europea non ha sottoscritto nessun patto perché al Consiglio europeo di giugno i governi - tutti i governi, compreso il governo italiano - hanno affermato il principio della volontarietà delle ricollocazioni. Il ministro degli interni dimentica di dire che, quando era deputato europeo a Strasburgo (nei lavori in commissione a Bruxelles lo si è visto poco) ha votato contro la modifica del regolamento di Dublino che stabiliva l’obbligatorietà dei patti di ricollocazione. Quella proposta di modifica è stata bloccata dai governi - tutti i governi ivi compreso il governo italiano - al Consiglio europeo di fine giugno e il ministro degli interni italiano ha avuto la sciagurata idea di tentare di stringere delle alleanze con quei governi che considerano i patti europei come carta straccia. L’unione europea non c’è perché i governi hanno sempre voluto tenere ciascuno per sé il potere su questioni essenziali a dimensione europea rendendo l’unione europea inefficace e mostrando la loro impotenza. Se dovessero prevalere i sovranisti come il ministro degli interni italiano o il cancelliere austriaco o il primo ministro ungherese l’Unione europea diventerebbe ancora più inefficiente e i governi nazionali sarebbero ancora più impotenti. Nelle prossime settimane deve svilupparsi una vasta campagna di comunicazione per spiegare che l’unione europea ci sarà solo se passerà dal Giano bifronte intergovernativo/comunitario ad un sistema federale con competenze federali a cominciare da una guardia costiera federale e da una gestione federale dei porti.