Sabato 8 dicembre si terrà la Marcia mondiale per il clima con eventi organizzati in tante città del pianeta. L’iniziativa è stata promossa dalla rete francese "Il est encore temps" e segue altre due marce tenutesi l’8 settembre e il 13 ottobre scorsi, che hanno visto una grande partecipazione. In questi giorni si svolge a Katowice, in Polonia, il vertice internazionale sui cambiamenti climatici (COP 24). Il vertice serve a verificare lo stato di attuazione degli accordi di Parigi del dicembre 2015 (COP 21), in cui 195 stati si impegnarono a tenere la temperatura globale ben al di sotto dei due gradi centigradi sopra il livello raggiunto nell’era pre-industriale.
I paesi aderenti all'accordo, che sono la quasi totalità degli stati del mondo, si impegnarono quindi a ridurre le emissioni di gas serra e a investire in tecnologie meno inquinanti, anche attraverso piani di aiuti ai paesi più poveri. L'Unione Europea, a cui si devono direttive importanti sulla qualità di aria, acqua, e ambienti di vita, è stata la più forte promotrice degli accordi internazionali sul clima. Se fosse una vera federazione con un governo in grado di agire l'UE avrebbe avuto ben altro peso per sostenerli. Oggi invece diversi governi, a cominciare dagli Usa di Trump, intendono sabotare o svuotare quell'accordo. Guidati da calcoli elettorali o da conti economici di breve periodo, ci stanno portando tutti come sonnambuli verso l'abisso. Anche se i cambiamenti climatici che hanno colpito recentemente la nostra regione non possono essere più sottaciuti. Occorre ricordare che secondo fisici e climatologi, oltre la soglia dei +1,5°, i cambiamenti nell'atmosfera saranno irreversibili e ingovernabili, con lunghi periodi di siccità alternati a bufere imprevedibili di violenza estrema anche nelle aree finora più temperate, come le nostre. Il rapporto 2018 dell'agenzia scientifica dell'ONU IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) afferma che siamo già oltre il +1° e che entro il 2030, a continuare così, il riscaldamento potrebbe raggiungere il livello di +1,5° con picchi più alti nell'Artico e in tutte le aree continentali. E in tutto il mondo i rifugiati climatici sono già circa 5 milioni. Alla fine del secolo, a causa di siccità e/o di innalzamento del livello dei mari, potrebbero aumentare di dieci o venti volte. Per non subire i cambiamenti climatici occorre una grande mobilitazione europea e mondiale che spinga a rispettare l'accordo di Parigi del 2015 e promuova l'istituzione di una organizzazione mondiale per l'ambiente sul modello della Ceca. Per tutti questi motivi arriva anche dalla città di Genova la risposta alla mobilitazione internazionale #ClimateChange con un presidio che si terrà sabato 8 dicembre alle 16 in piazza Matteotti. Tutti coloro che hanno a cuore le sorti del nostro pianeta sono invitati a partecipare.