Da più di trenta anni, l'ITUC-CSI (Confederazione sindacale internazionale) garantisce un vero e proprio monitoraggio del rispetto dei diritti dei lavoratori nel mondo, raccogliendo dati sulle loro violazioni.
Per il quarto anno successivo - nel 2017 - ha presentato i suoi risultati sotto forma di Indice dei diritti nel mondo, evidenziando che leggi nazionali e prassi si sono deteriorate, migliorando un po' solo nel corso degli ultimi 21 mesi.
Dall' ITUC Global Rights Index 2017 emerge che - nell'economia mondiale in cui il 60% dei Paesi esclude dal diritto del lavoro categorie intere di manodopera - gli interessi delle imprese sono privilegiati a spesa degli interessi dei lavoratori. L’Indice ITUC 2017 dei diritti nel mondo si basa su 97 indicatori internazionalmente riconosciuti per valutare la protezione dei diritti dei lavoratori nella legislazione e prassi in 139 paesi. Sulla loro base, i Paesi sono stati classificati in 5 e più categorie:
1. Violazioni sporadiche dei diritti (12 paesi, fra cui Germania e Uruguay)
2. Violazioni reiterate dei diritti (21 paesi, fra cui Giappone e Africa del sud)
3. Violazioni regolari dei diritti (26 paesi tra cui Cile e Polonia)
4. Violazioni sistematiche dei diritti (34 paesi, fra cui Paraguay e Zambia)
5. I diritti non sono garantiti (35 paesi, fra cui Egitto e Filippine)
5+ I diritti non sono garantiti per l'assenza dello Stato di diritto (11 paesi fra cui il Burundi, la
Palestina e Siria)
Ed ecco alcune sue conclusioni:
- 84 pays escludono categorie di lavoratori dalla diritto del lavoro
- Più di ¾ dei Paesi escludono una parte o la totalità dei lavoratori dal diritto di sciopero
- Più di ¾ dei Paesi escludono una parte o la totalità dei lavoratori dalla negoziazione collettiva
- 50 paesi (sui 139 esaminati) escludono o restringono la libertà di espressione e di riunione
- Il numero di paesi in cui lavoratori sono esposti a violenza fisica e a minacce è aumentato del 10% (da 52 a 59). Tra questi si ritrovano la Colombia, l’Egitto, il Guatemala, l'Indonesia e l'Ucraina
- sindicalisti sono stati assassinati in 11 paesi, tra cui il Bangladesh, il Brasile, la Colombia, il Guatemala, l'Honduras, la Mauritania, il Messico, il Perù, le Filippine e il Venezuela
Secondo l'Indice 2017, i dieci paesi al livello più basso in materia di rispetto dei diritti dei lavoratori sono Bangladesh, Colombia, Egitto, Guatemala, Kazakhstan, Filippine, Qatar, Corea del Sud, Turchia e Emirati arabi uniti. Per la prima volta figurano nella lista dei 10 paesi peggiori in materia di rispetto dei diritti dei lavoratori Filippine, Corea del sud e Kazakhstan.
Ancora una volta – sottolinea l'ITUC - la regione del Medio-Oriente e dell'Africa del Nord mostrano i risultati peggiori in materia di trattamento dei lavoratori, in particolare il sistema di “Kafala” nei Paesi del Golfo continua ad asservire milioni di persone. La Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo garantisce il diritto del fanciullo ad avere una protezione sostitutiva della famiglia naturale qualora questa venga a mancare, ed elenca le forme, tra cui annovera la kafala, in cui si può concretizzare tale protezione sostitutiva, avendo come preminente elemento di giudizio l'interesse superiore del fanciullo. Nei paesi del Maghreb (Tunisia, Libia, Algeria, Egitto, Marocco) l' istituto della kafala è molto simile all'affido. In Arabia Saudita resta in vigore la negazione assoluta dei diritti fondamentali dei lavoratori. E in paesi quali l'Iraq, la Siria, lo Yemen, guerra e rottura dello Stato di diritto fanno sì che i diritti dei lavoratori non sono più rispettati.
Nello Yemen – devastato dalla guerra - 650 000 lavoratori del settore pubblico non sono più pagati da più di 8 mesi, nel settore privato (ivi incluso nelle attività di multinazionali quali Total G4S DNO) sono stati soppressi 4 milioni di posti di lavoro. L'occupazione della Palestina ha anche la conseguenza di privare dei lavoratori dei loro diritti, e della possibilità di trovare lavori decenti.
Nella Corea del Sud, Han Sang-Gyun, Presidente della Confederazione coreana dei sindacati (KCTU) è in prigione dal 2015 per aver organizzato manifestazioni pubbliche per impedire l'adozione di una legislazione ostile ai lavoratori. In Kazakhstan, dirigenti sindacali sono stati arrestati solo per aver fatto appello allo sciopero. E il clima di violenza che ha proliferato sotto la presidenza di Duterte ha un profondo impatto sui diritti dei lavoratori.
Le condizioni di lavoro – sottolinea l'ITUC – si sono degradate anche in Africa, in cui il Bénin, la Nigeria e lo Zimbabue hanno mostrato i risultati peggiori, anche per casi di lavoratori congedati per aver partecipato a degli scioperi; e in altri paesi quali Argentina, Brasile Equador e Myanmar.
“L'esclusione di lavoratori dalla protezione del diritto del lavoro - ha precisato Sharan Burrow - ha per effetto di creare una manodopera invisibile per cui governi e imprese rifiutano di assumersi le proprie responsabilità, in particolare, per i lavoratori migranti, i lavoratori domestici, e i lavoratori con contratto a durata determinata. In troppi paesi, gli interessi degli affari agiscono contro i diritti fondamentali democratici. Basta guardare le cifre che emergono dall' ITUC Global Rights Index 2017 per rendersi conto del fatto che la disuguaglianza economica ha raggiunto il suo più alto livello della storia moderna. I lavoratori sono privati dei diritti fondamentali che dovrebbero permettere loro di organizzarsi e negoziare collettivamente per una parte equa. A parte le restrizioni crescenti della libertà di espressione, questo ha per effetto una crescita del populismo e minacce per la stessa democrazia”.