Il 2 dicembre 2015 presso l’Istituto Salvemini-Sani di Latina al Festival Pontino del Cortometraggio “Latina incontra l’Europa”, organizzato dall’associazione Domus di Latina, in collaborazione con il Movimento federalista europeo, sezione di Latina, è stato ospite il regista e autore cinematografico Alberto Negrin.
L’opportunità è stata offerta dalla promozione del film prodotto da Rai Trade con la Palomar, “Un mondo nuovo”, presentato dalla Rai nel novembre 2014. Diretto dallo stesso Negrin, il film ripercorre la storia dei confinati di Ventotene e le vicissitudini di Altiero Spinelli per la costruzione di quel “mondo nuovo” che la storia del pensiero moderno consegna alla unificazione europea.
Un gruppo di donne e uomini “utopisti”: Altiero Spinelli (interpretato da Vinicio Marchioni), Ernesto Rossi (Peppino Mazzotta), Ursula Hirschmann (Isabella Ragonese), Eugenio Colorni (Orlando Cinque), Ada Rossi (Valentina Carnelutti), che collaborando, con tanti artefici della Resistenza italiana (come Sandro Pertini e Umberto Terracini), pur segregati dal regime fascista, hanno varcato la soglia del tempo offrendo un porto sicuro alla nostra Europa col Per una Europa libera e unita. Progetto di Manifesto, meglio noto come “Manifesto di Ventotene”.
Dal pensiero e l’azione di Altiero Spinelli, il campione del federalismo europeo, Negrin, che ha una lunga esperienza di cinema di impegno civile, sapientemente, con la sua firma ha regalato emozioni, ha realizzato un film intenso che i giovani leggono con passione.
Quella stessa passione che il regista ha messo nel “tradurre” un’epopea così intensa in film. “Ogni film ha il suo grado di difficoltà – ha affermato Negrin durante il suo intervento presso l’Istituto Salvemini-Sani – non c’è un film più difficile di un altro, ogni volta è un nuovo inizio. Ma per questo film dove oltre alla grande rivoluzione politica proposta ci sono anche sentimenti e passioni, il coinvolgimento è stato incredibile”.
Passioni e sentimenti che valicano i confini della politica, grazie all’intesa che si è creata tra gli stessi amici Spinelli, Rossi e Colorni. “Colorni era sposato con Ursula Hirschmann, ma a Ventotene quando si conobbero nacque subito una forte simpatia tra lei e Altiero Spinelli, cosa che non ebbe mai ad influire nel rapporto tra Colorni e Spinelli”. Colorni ebreo, socialista, è stato il primo dei tre ad essere confinato a Ventotene. Poteva “ospitare” la moglie a Ventotene. “Dopo aver lasciato Ventotene per il confino di Melfi i due si separarono, ma soltanto alla morte di Eugenio, Ursula e Altiero vollero coronare la loro relazione”. Una grande storia d’amore anche personale che accompagnerà le vite di Ursula e Altiero.
Una storia di amicizia, Colorni “maestro dell’anima”, Rossi “maestro della mente”. Così afferma Spinelli. “Sì – continua Negrin – le scene ‘forti’ del film, che emozionano lo spettatore, sono proprio quelle dell’amicizia. Ricordo la scena dell’incontro in ospedale tra Altiero ed Ernesto Rossi, con quest’ultimo in punto di morte. L’ironia e la forza che continua tra i due, con un messaggio di Ernesto al compagno di lotta, ‘continua da dove avevamo lasciato’”.
Il cinema come veicolo, il cinema come interprete del quotidiano.
In questo momento di crisi valoriale, di facili ripiegamenti nazionalistici, con un populismo di convenienza elettorale, il film di Negrin fa da trampolino per una ripresa del “sentimento europeo”, consci che l’azione di queste donne e uomini, è un’azione per la libertà che l’essere cittadini europei può donarci.
Il progetto di Altiero Spinelli ha ancora una possibilità di realizzarsi. Una riflessione ho sentito il dovere di trasmettere ai giovani presenti: soltanto partendo dalla scuola possiamo aspirare di costruire una Europa basata sui valori della comunità condivisa e della cittadinanza attiva, perché essere cittadini di questa Europa significa edificare uno stato di pace perenne, non solo come semplice spartiacque tra due guerre. L’Europa – pur con tutte le divisioni – ha garantito la pace al proprio interno dopo la seconda guerra mondiale. Immaginiamo cosa potrà riservare in termini di prosperità e sviluppo qualora decidesse di cedere ulteriori competenze a un assetto democratico sovranazionale che sappia gestire al meglio le nostre risorse comuni.
“L’Europa non cade dal cielo” come scrisse Spinelli, dobbiamo percorre la strada che ci condurrà, perché ci condurrà, alla realizzazione del sogno degli “Stati Uniti d’Europa”.