di Francesca Lacaita
Non è una questione di tedeschi contro greci. E nemmeno di “nordici” contro “mediterranei”. Di cicale contro formiche. È una questione di europei che stanno a un bivio e si trovano a decidere in che tipo di Europa vogliono vivere. Io la mia scelta di Europa l’ho fatta, e l’ho voluta comunicare al console tedesco e greco della mia città. Fallo anche tu.
Pensa all’Europa in cui ti piacerebbe vivere, e come si rapporta all’Europa che abbiamo visto all’opera nei giorni scorsi, e comunica le tue considerazioni al console tedesco e greco della tua città. Le mie lettere qua sotto ti servono solo come esempio. Personalizzale come vuoi. Ovviamente se preferisci usare le mie va benissimo lo stesso – non me la prendo mica…
-- I testi delle due lettere ai consoli di Germania e Grecia --
Al Console Generale della Repubblica Federale di Germania a Milano
Signor Peter Dettmar
Consolato Generale di Germania a Milano
Via Solferino, 40
20121 Milano
17 luglio 2015
Gentile Console Generale,
Le scrivo per esprimerLe la mia preoccupazione sul ruolo assunto dal Suo Governo nelle trattative che hanno condotto nello scorso fine settimana all’accordo con la Grecia. Come riferiscono le cronache, alla Grecia non è stata riconosciuta pari dignità nelle trattative, e le condizioni contenute nell’accordo sono ritenute troppo gravose per la popolazione e poco o per nulla efficaci nell’apportare benefici concreti. La mia preoccupazione tuttavia riguarda anche il destino più generale del progetto europeo, che non viene certo aiutato dalla posizione assunta dal Suo Governo. Non soltanto si alimentano incomprensioni, pregiudizi e divisioni tra i popoli europei, non soltanto si creano disuguaglianze e gerarchie in una Comunità che mirava sin dall’inizio a effettuare una “rivoluzione” nelle relazioni internazionali. Si distrugge pure qualsiasi consenso dei cittadini verso l’idea di una comune costruzione europea. Si incoraggiano coloro che vogliono riportare gli europei ai periodi più bui della loro storia. Si nega alle giovani generazioni la speranza di vivere in un’Europa migliore, più democratica, più giusta, più solidale.
Distruggere la speranza delle giovani generazioni, Signor Console Generale, è qualcosa che in particolare la Storia non consente né al mio né al Suo Paese. La Germania del secondo dopoguerra ha dato un contributo prezioso e decisivo al processo di integrazione europea: Adenauer, Walter Hallstein, Helmut Kohl sono giustamente ricordati come i Padri dell’Europa; ma la stessa idea di unità europea sarebbe molto più povera se non ci fossero stati Georg Ledebour, Eduard Bernstein, Anna Siemsen, Otto Lehmann-Rußbüldt, Kurt Tucholsky, Willy Brandt, i giovani della Rosa Bianca, e tanti altri ancora.
Per questo Le chiedo, Signor Console Generale, di trasmettere al Suo Governo la mia preoccupazione assieme con l’auspicio di un diverso corso, più rispondente al ruolo e al contributo della Germania nel secondo dopoguerra. Nel frattempo La ringrazio dell’attenzione e Le porgo i miei più distinti saluti.
Firma, Nome e Cognome
Al Console Generale della Repubblica Ellenica a Milano
Signor Athanasios B. Kotsionis
Consolato Generale di Grecia a Milano
Viale Beatrice d’Este, 1
20122 Milano
17 luglio 2015
Gentile Console Generale,
Le scrivo per esprimere la mia solidarietà al Suo Governo e al Suo Popolo in questi giorni difficili. Ho molto ammirato il coraggio, la dignità e la tenacia con cui sono state presentate le condizioni del popolo greco e ne sono state difese le ragioni. In particolare, vorrei ringraziare il Governo Greco per aver difeso fino in fondo il progetto europeo a fronte dei tentativi da parte di molti di distorcerlo o di abbandonarlo del tutto. Per aver creduto nel valore dell’appartenenza alla moneta unica e per aver cercato di associarla a politiche che non fossero di “austerità”. Per essere ricorso a un referendum, e aver mostrato che “stare in Europa” non significa rinunciare all’espressione della volontà popolare. E, infine, per aver dato prova di un senso di responsabilità, in queste ore, che non mancherà di vincere alla Grecia la solidarietà di un numero sempre maggiore di europei.
Se un giorno si riuscirà a costruire un’Europa unita fondata sulla democrazia, sull’uguaglianza e sulla solidarietà, non si potrà non ricordare la lotta di questi mesi e non riconoscerla come decisiva.
Per questo Le chiedo, Signor Console Generale, di trasmettere al Suo Governo tutto il mio sostegno e l’auspicio che i sacrifici di questi giorni non siano invano. Nel frattempo La ringrazio dell’attenzione e Le porgo i miei più distinti saluti.
Firma, Nome e Cognome